Nel futuro del Monte Nock  un centro di allenamento 

Il progetto. A portarlo avanti l’Us Ruffré Mendola con il Comune e la società Altipiani Val di Non Ivan Larcher: «La stazione potrebbe diventare un punto di riferimento per lo sci agonistico»


Giacomo Eccher


Ruffré mendola. Via libera del Comune alla richiesta dell’Unione sportiva Ruffré-Mendola di adeguare la stazione sciistica “Monte Nock” con la realizzazione di un centro di allenamento per atleti. L’intervento – si spiega nella delibera - è necessario per rendere più funzionale la pista e per garantirne l’utilizzo a tutti gli atleti del Trentino. Per farlo l’Us Ruffré-Mendola ha incaricato l’ingegner Antonio Wegher, attuale presidente dello Sci Club Anaune di Cles, di predisporre la progettazione dei lavori con un investimento che si prevede nell’ordine di 500.000 euro. Progettazione che serve per la richiesta di finanziamento che la società, con l’appoggio degli altri sci club della valle di Non, intende presentare in Provincia la quale, in caso di accoglimento, dovrebbe finanziare fino al 75% del costo. Il restante 25%, 130 mila euro circa non avendo l'Us risorse proprie sufficienti, verrebbe coperto dalla Altipiani Val di Non spa, società che fa capo ai Comuni della sponda sinistra della valle.

L'interesse per l’operazione è confermato dal presidente Ivan Larcher, forte anche della condivisione che attorno al progetto si è registrata tra tutti gli sci club nonesi, a partire dallo Sc Anaune di Cles il cui ex presidente, Leonardo Fellin, già da anni suggerisce l'idea di trasformare il Monte Nock in stazione “permanente” ed attrezzata dedicata per allenamenti di sci agonistico. «Un’idea che valutiamo anche noi come unica vera possibilità per dare un futuro al Monte Nock e che ha tutte le caratteristiche per riuscirci» - ribadisce Larcher.

I lavori previsti riguardano l’allargamento delle due attuali piste (una rossa e una nera) per consentire allenamenti in parallelo anche in notturna e con varie difficoltà tecniche ed attrezzare quindi il centro con una serie di dotazioni tecnologiche per il controllo in tempo reale delle prestazioni. «Se va in porto sarebbe un gioiello per tutta l’alta valle oltre che uno strumento prezioso per tutto il movimento sciistico trentino nella parte agonistica dalle giovanili ai master» - sottolinea Larcher, che in questa operazione, per la quota parte della Altipiani Val di Non, intende coinvolgere al 50% operatori privati. Infatti – spiega – per dare concretezza all’idea servono anche dotazioni di contorno fondamentali per l'organizzazione e l'ospitalità di atleti e tecnici che verrebbero coinvolti nel centro.

Per la cronaca, gli agonisti già in questi giorni si possono già allenare sul Nock, mentre la pista è chiusa per gli sciatori “normali”, in attesa di poter riaprire a tutti quando le condizioni dell'epidemia lo consentiranno. La seggiovia del Monte Nock stata aperta nel 1985. L'impianto di risalita ha portata di 1.200 persone all'ora con 3 minuti di tempo di risalita e serve entrambe le piste con dislivello di 123 metri su lunghezze di 486 metri per la nera e 731 per la rossa. Una storia di 35 anni tra alti e bassi legata anche alla “Stua”, il ristorante pizzeria posizionato alla stazione di valle che fa capo a un imprenditore di Laives, Bolzano. «Per il Monte Nock non vedo un futuro turistico. Vedo invece un potenziale, roseo, futuro agonistico» - aveva scritto Leonardo Fellin nella lettera-appello spedita un anno fa ai vari sci club. Adesso qualcosa si muove, vedremo fino a che punto.















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