Ripartenza

Mostre ed eventi: in val di Non riaprono i castelli

A Castel Belasi dal 5 giugno uno spazio espositivo diffuso con opere dal Guggenheim di New York. E poi Castel Valer, Castel Coredo e Castel Nanno



TRENTO. In val di Non riaprono al pubblico i castelli pronti a trasformarsi anche in spazi espositivi.

Appuntamento sabato 5 giugno alle 17 a Castel Belasi (Campodenno), edificio affrescato tardo duecentesco recentemente restaurato e fulcro della mostra “A Line Made by Walking. Pratiche immersive e residui esperienziali in Long, Fulton, Griffin, Girardi”, prevalentemente incentrata su opere, per lo più inedite, provenienti dalla prestigiosa Panza Collection di Biumo: 15 opere sono inedite e 6 sono state parte della Collezione Guggenheim New York dal 1996 al 2003.

Castel Valer, Castel Nanno e Castel Coredo gli altri manieri coinvolti dal percorso espositivo che ospiteranno opere, quaderni d’artista e approfondimenti.

E’ Castel Valer a presentare le principali novità per questa nuova stagione. Autentico scrigno di tesori, abitato ininterrottamente alla famiglia Spaur dal XIV secolo, da quest’anno oltre alle visite guidate sarà possibile partecipare a una serie di attività culturali, gastronomiche e didattiche, nonché organizzare eventi privati. Le aree fiabesche come il giardino, la loggia o il salone degli stemmi, faranno da cornice alle tante proposte ideate per gli ospiti.

Castel Nanno si presenta come un’elegante residenza cinquecentesca, manifestando con chiarezza alterne fasi di uso e abbandono. Il maniero è stato, infatti, villa fortificata di campagna, a riparo della famiglia Madruzzo, caserma austro ungarica, ricovero coatto delle truppe italiane durante la Grande Guerra e deposito utile al lavoro nei campi.

Castel Coredo, austero palazzo documentato per la prima volta nel 1291, che oggi ha l’aspetto di una dimora signorile settecentesca in cui sono ben visibili le stratificazioni del tempo, ospita, tra le altre ricchezze, un ritratto di bambina del pittore trentino Bartolomeo Bezzi e la prima edizione del celebre Dioscoride, un trattato miniato di botanica stampato a Venezia nel 1565 del medico Pietro Andrea Mattioli, che soggiornò a lungo a Trento e in Val di Non.













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