«Mendola, tocca al Trentino» 

VIabilità. I sindaci dell’Alta Valle di Non chiedono alla Provincia di accollarsi i costi di adeguamento della viabilità che renderebbero inutile il divieto di transito ai pullman turistici istituito da Bolzano. Servono 2,2 milioni di euro


Giacomo Eccher


Mendola. Una decisione che rischia di mettere definitivamente al tappeto, turisticamente, il passo Mendola ma con pesanti effetti negativi per l’economia di tutta l Alta Valle di Non, e non solo. Questo in estrema sintesi il contenuto della conferenza stampa convocata ieri a Cavareno, sede dell’Unione Alta Anaunia, dal presidente Luca Fattor, primo cittadino di Romeno, con il collega Donato Seppi di Ruffré Mendola e il vicesindaco di Ronzone, Sergio Bruni.

Sul confine

Nel mirino dei sindaci il divieto di transito ai pullman (oltre i 9 metri) e ai mezzi di peso oltre le 12 tonnellate che la Provincia di Bolzano ha istituito, sul versante altoatesino del Passo sull’intero tratto da Appiano al confine trentino. Un limite che penalizza soprattutto i pullman turistici che non potranno più salire alla Mendola (vedi Trentino del 7 marzo).

«Una decisione presa alla luce delle nuove normative che il tecnico incaricato di collaudare i recenti lavori sulla tratta ha dovuto consigliare, e la Provincia di Bolzano si è per forza adeguata. Ma il danno per l’Alta valle è enorme» - ha detto Fattor introducendo l’incontro alla presenza dei titolari delle tre aziende di autonoleggiatori della zona: Erika Tour, Alessio Viaggi e Genziana Viaggi. Presente anche Gianni Seppi, vicepresidente del Consorzio Trentino Autonoleggiatori perché – ha spiegato – il danno a caduta si ritorce su tutto il sistema del trasporto turistico per il Trentino occidentale.

Fin dal primo apparire dei divieti il sindaco di Ruffré Mendola, Donato Seppi, ha preso contatto con Bolzano. «A quanto ho capito le soluzioni ci sono ma costano e la Provincia ha già investito moltissimo su quel tratto di strada che realisticamente, anche se in territorio altoatesino, serve di più al Trentino e alla Valle di Non che non viceversa. Per questo intendiamo portare la questione all’attenzione del governatore Maurizio Fugatti per sollecitare un intervento che per forza deve essere finanziario».

Bolzano non sborsa più

Bolzano negli ultimi tre anni ha già investito oltre 2 milioni di euro (e più del doppio una mezza dozzina di anni fa) per migliorare e rendere più sicura la tratta con para massi, paravalanghe e muri di sostegno. Dall’intervento è rimasto fuori, perché il più delicato e costoso, il tratto delle Roccette, poco più di 400 metri di strada dove la carreggiata s’insinua nella roccia con curve e contro curve una larghezza che in molti passaggi è di appena 5,5 metri. È questo il vero nodo da risolvere, mentre le altre tratte sia a monte che a valle non presentano problemi nemmeno per i pullman turistici che infatti alla Mendola, salvo le chiusure per eventi particolari, sono sempre saliti e discesi.

La proposta

La proposta di cui si fanno portavoce i tre sindaci prevede un impianto semaforico “intelligente” che potrebbe bloccare il transito in prossimità delle Roccette quando registra l’arrivo di un mezzo oltre i 9 metri, per farlo passare interropendo il traffico in direzione opposta. «Da informazioni assunte il costo sarebbe di circa 200.000 euro che però dovrebbero essere in carico al Trentino» - affermano i sindaci. Ma c’è anche un altro problema e quello è un po' più complesso e costoso (2 milioni): lo slargo (con parte a mensola) per bypassare in sicurezza l’avvallamento detto “Tumor”, dove, secondo le disposizioni decise da Bolzano, in presenza di una nevicata oltre gli 80 cm scatterebbe automaticamente il blocco del transito. «Anche questo un punto da discutere con Fugatti, perché Bolzano sulla strada della Mendola, che serve di più ai trentini, di soldi non ne metterà altri».















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