Le Dolomiti di Badaloni a Malé 

Pienone in Comunità di valle per la presentazione del reportage del giornalista


di Eva Polli


MALÉ. Sala della Comunità piena per le Dolomiti di Piero Badaloni organizzata dall’assessore Luciana Pedergnana, con la collaborazione del Gruppo di iniziativa culturale di Terzolas e l’Apt della Val di Sole.

L’iniziativa ha permesso al pubblico di uscire con una nuova prospettiva sulle Dolomiti, quella unitaria voluta dalla Fondazione delle Dolomiti Unesco protagonista fra il 2009 e il 2011 di un tour de force per convincere l’Unesco dell’unitarietà, unicità, eccezionalità e importanza storico scientifica di questo arcipelago con nove sistemi montuosi tra loro separati da fiumi e vallate distribuito su un territorio di 142.000 ettari appartenenti a cinque province che la Fondazione si è impegnata a far gestire unitariamente. E a questa unitarietà si ispirano le sei puntate del reportage realizzato da Piero Badaloni anche con Fausta Slanzi che ha introdotto con Badaloni la serata.

La puntata fatta vedere a Malé riguarda l’unitarietà di sensazioni che le Dolomiti evocano e suscitano nei pittori, a partire dal quel capostipite Tiziano Vecellio che per primo le ha immortalate nelle sue tele; ma tale arte ha raggiunto l’espressività massima con Gilbert, celebre per i suoi acquerelli, Edward Compton definito il principe delle illustrazioni sulle Dolomiti e un sorprendente Dino Buzzati in versione di pittore; pur essendo tanto distanti fra loro hanno testimoniato una montagna cui accedere con rispetto reverenziale. Con l’avvento della fotografia si è passati dalla forma all’idea.

Non che esista una lingua specifica per dar forma alle Dolomiti pur tuttavia è rintracciabile un’unitarietà nella discontinuità degli aspetti per dar conto di un ambiente costituito da mistero, immensità e straniamento.

La cultura romantica ha raffigurato l’insondabile e dato visibilità al brivido dell’irrazionale e della drammaticità; poi il mito della montagna con i Crepuscolari è divenuto simbolo di liricità, luogo di pace e di silenzi nelle raffigurazioni di chi vi è nato, luogo di vita pastorale in pittori come il solandro Bartolomeo Bezzi, ideatore della Biennale d’arte di Venezia che fa giusto da tramite con la gondola con cui ha inizio il filmato di Piero Badaloni; è infatti da Venezia che partì l’epopea per la scoperta delle Dolomiti.













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