La vita di padre Girolamo Biasi in una mostra
Sfruz. Festa domenica scorsa a Sfruz per ricordare l’illustre concittadino Padre Girolamo Maria Biasi recentemente dichiarato “Venerabile” da Papa Francesco, il primo gradino verso la santità. L’annun...
Sfruz. Festa domenica scorsa a Sfruz per ricordare l’illustre concittadino Padre Girolamo Maria Biasi recentemente dichiarato “Venerabile” da Papa Francesco, il primo gradino verso la santità. L’annuncio lo ha dato, nella chiesa gremita di fedeli, l’arcivescovo Lauro Tisi che dopo la messa, con il sindaco Andrea Biasi e il parroco don Raimondo ha inaugurato la mostra sulla vita del frate allestita nella sala polifunzionale del municipio. La mostra è aperta al pubblico e in autunno verrà spostata al Vigilianum di Trento. L’esposizione si compone di una serie di pannelli esplicativi che ripercorrono attraverso testi e immagini la vita di Padre Girolamo ponendo attenzione all’importante messaggio e testimonianza che con la sua breve vita il frate noneso ha saputo trasmettere.
Girolamo Biasi è nato a Sfruz il 7 dicembre 1897. Era un ragazzo allegro, gioioso, semplice, amante della vita e dotato di viva intelligenza. All’età di 12 anni volle entrare nel collegio dei Frati Minori Conventuali di Camposampiero (Padova) intraprendendo il cammino della vita religiosa. Nel 1916 partì per il Collegio Serafico Internazionale di Roma dove visse il periodo della Prima guerra mondiale impegnato nello studio al Laterano dove si laureò. In quegli anni di scontri e tensioni, fondò insieme a San Massimiliano Kolbe e altri cinque frati il movimento della “Milizia dell’Immacolata”. Padre Kolbe lo ebbe sempre come affezionato confidente. In quel periodo si manifestò purtroppo anche la malattia, tubercolosi, che lo ha consumato lentamente fino alla morte. Nel 1919 a causa della malattia fu costretto a ritornare a Padova, per uno studio più leggero e a una vita più riposante e nel 1922 fu ordinato sacerdote. È morto a soli 32 anni il 20 giugno 1929. «Nell’esempio di Padre Girolamo, che dedicò la sua breve e dolorosa vita alla preghiera e alla devozione della Madonna, possiamo trovare la forza e l’esempio per portare avanti i nostri impegni quotidiani con il rispetto per il prossimo e per noi stessi» ha detto il vescovo nell’omelia. G.E.