La messa “africana” che invita alla missione
A Revò canti swahili e i racconti dei giovani che in Kenya hanno visitato l’orfanotrofio di padre Francis
REVÒ. Una messa particolare, in stile africano, animata con canti in lingua swahili dal coro di Altreterre di Trento, concelebrata da padre Francis Gaciata, da padre Placido Pircali e da padre Giorgio Silvestri: si è svolta nei giorni scorsi nella chiesa di Santo Stefano a Revò, con grande affluenza di fedeli, curiosi di questa celebrazione e delle testimonianze dei giovani, che hanno conosciuto personalmente l’orfanotrofio Shalom Home, diretto da padre Francis, a Gakaromone (quartiere di un villaggio chiamato Mitunguu, situato nella regione del Meru, in Kenya). «Questa è una messa cantata con il cuore e vissuta con il corpo, che ci coinvolge e ci scuote», ha detto Giuliana Cova, presidente dell’associazione MelaMango, che aiuta questa missione economicamente e inviando gruppi di volontari.
L’associazione è così chiamata perché unisce la mela della Val di Non e il mango, frutto del Kenya: nata nel 2012, ha fornito l’aiuto economico che ha permesso la costruzione dell’orfanotrofio, che ha iniziato la sua attività ospitando 40 ragazzi, raggiungendo oggi le 400 presenze. «Il motore di questa grande iniziativa è padre Francis, che ha studiato a Roma all’università Santa Croce dell’Opus Dei - spiega la presidente - la comunità è organizzata come una grande famiglia, con i ragazzi che vengono coinvolti nella gestione del quotidiano e possono avere l’istruzione dalla scuola materna fino alle superiori. Abbiamo acquistato 4 ettari di terreno, che è coltivato a bananeto, e un trattore. Il nostro obiettivo è aiutare la missione a diventare autosufficiente». Tramite l’aiuto della Comunità di Valle e la Provincia, oltre a quello dei privati, è stato possibile organizzare i viaggi e avviare questo importante progetto.
Al termine della messa è stato mostrato un video, che ha illustrato l’attività dei volontari in Kenya e la vita della missione. Alessandro Rigatti, uno dei volontari che è andato in Kenya in gennaio: «È stata un’esperienza intensa, che mi ha fatto crescere personalmente, entrando con le mani e con il cuore in una realtà totalmente diversa dalla nostra. Una terra meravigliosa per i suoi colori. I sorrisi dei bambini sono una cosa meravigliosa; esprimono gioia e gratitudine, ti sorprendono quando arrivi e ti fanno fare la promessa di ritornarci. Quella è la casa della pace di nome e di fatto». Anche Eleonora è entusiasta di questa esperienza: «La cosa più bella è stata la condivisione, lì tutti fanno tutto insieme, non esiste l’individualismo come qua. Abbiamo cantato e ballato assieme, lì tutti salutano».
Durante l’omelia padre Francis ha rilevato che i cristiani non sanno convincere i non credenti. Ha invitato quindi a iniziare l’azione di persuasione dalle piccole cose. Portare avanti la fede vuol dire non criticare, ma farsi strumenti dell’azione di Dio. Ha concluso la presidente: «Il perno di tutto è il nostro fratello e amico Padre Francis Gaciata, senza di lui non esisterebbe questo progetto, non esisterebbe Shalom Home e nemmeno MelaMango. Lui, giovane e colto prete africano, ha preso a cuore la situazione di Gakaromone ben prima di noi ottenendo risultati sorprendenti: è il nostro punto di riferimento. Il suo sogno, condiviso con noi, è far diventare primi gli ultimi degli ultimi». È possibile effettuare adozioni a distanza, per sostenere i bambini e usufruire delle detrazioni fiscali, perché MelaMango è un’associazione onlus. Altri giovani della valle si stanno preparando per andare in terra di missione i prossimi mesi.