Gli Alpini di Cles onorano la tradizione e la memoria di un amico 

In vetrina il presepe in miniatura di Claudio Biasiol  

Cles. Seppure quasi all’ultimo minuto, e in una collocazione ristretta ed inedita, anche quest’anno Cles ha il suo presepio alpino. Si trova nell’ex negozio frutta e verdura Angeli che il Comune,...



Cles. Seppure quasi all’ultimo minuto, e in una collocazione ristretta ed inedita, anche quest’anno Cles ha il suo presepio alpino. Si trova nell’ex negozio frutta e verdura Angeli che il Comune, proprietario dei locali, ha destinato ad uso sociale: una sorta di crogiolo di iniziative di arte e di cultura che quest’anno, per le note vicende legate alla pandemia, è rimasto praticamente al palo subito dopo l’inaugurazione ad inizio estate.

Le Penne Nere guidate dal capogruppo Bernard Avanzo hanno immediatamente colto al volo questa possibilità e con alcuni volonterosi coordinati dal presepista Olivo Roncato, in poco tempo e gran lavoro hanno allestito il tutto. Un’impresa non da poco per gli alpini di Cles rimasti orfani, nello scorso mese di agosto, del loro presepista principe, Claudio Biasiol, scomparso all’età di 82 anni. Per ricordarlo, all’ingresso del locale è posizionato il presepio miniaturizzato che lo stesso Biasiol aveva donato al Gruppo Alpini, e che suona come un invito, come detto raccolto anche se in extremis, a continuare questa bellissima tradizione nata nei primi anni 80 con le statuine costruite dai soldati nel tragico inverno sul Don, in Russia, e che il cappellano militare don Giuseppe Leita, di Caldes, aveva portato a casa, donandolo infine agli alpini di Cles.

Per le Penne Nere clesiane questo 2020, come un po' per tutti, è un anno da dimenticare per i lutti ed il dolore che ha causato e per i danni incalcolabili che ha provocato e che ancora provocherà, ma anche per le importanti manifestazioni e ricorrenze che il Covid 19 ha fatto saltare. Due in particolare quelle che erano particolarmente significative per il Gruppo, il 90° di fondazione, che scadeva in aprile 2020, e i 50 anni della chiesetta del Verdè, in agosto. Eventi che si cercherà di recuperare il prossimo anno o quello dopo, ma che gli alpini non intendono lasciar perdere.

Intanto arriva il 2021 e tra l’altro porterà il rinnovo della cariche sociali, ma non ci dovrebbero essere problemi per la conferma dell’attuale direttivo, che, come è successo anche durante questi difficili mesi della pandemia, ha onorato al meglio lo spirito e la tradizione alpina mettendosi a disposizione, con tutto l’organico, quando ce n’era bisogno. G.E.















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