la lotta

In alta val di Non le nuove trappole profumate per fermare il bostrico

Le ha inventate l'ingegnere di Bronzolo Alberto Volcan, inventore della cartamela. Le prime tre installate a Don e Amblar: "In estate ne cattureremo fino a un chilo al giorno"


Gianluca Marcolini


BRONZOLO. Il caldo, quello vero, che fa sudare anche senza muovere un solo muscolo, sta per arrivare. Finalmente l'estate, verrebbe da dire. Mica tanto. Almeno non nei boschi della regione, dove il caldo darà modo al nemico giurato delle foreste altoatesine e trentine, il bostrico, di proliferare e divorare a più non posso. «Se le previsioni che parlano di un'estate con 40 gradi verranno confermate, allora si rischia una mattanza di alberi», è l'allarme che lancia Alberto Volcan. L'ingegnere di Bronzolo, noto per i suoi libri e le sue invenzioni, come la cartamela, è in prima linea nella battaglia contro il coleottero che minaccia l'ecosistema montano.

Ingegnere, cosa ha escogitato per fermare la strage di abeti dovuta al bostrico?

In estrema sintesi, si tratta di una trappola basata su una fragranza che non lascia scampo all'insetto, lo attira e cattura. Allo stesso tempo, sull'albero che si vuole difendere viene applicato un sacchettino contenente un odore che tiene a distanza l'animale.

Come le è venuta l'idea?

È da un po' che ci sto lavorando, a dire il vero. Cruciale l'apporto del dottor Tirler di Eco-Research, il miglior chimico dell'Alto Adige. Di fatto è stato creato un profumo che è un richiamo irresistibile per l'insetto. Sono stato anche in California a studiare come affrontano lì il problema.

Anche in California il bostrico è un'emergenza?

Lo è ormai dappertutto, o quasi. Sono stato anche in Val di Fiemme e alla fine sono arrivato in Val di Non.

Perché proprio in Val di Non?

Possiedo una casetta e conosco la zona, così ho telefonato al sindaco di Amblar-Don e gli ho illustrato il mio progetto.

Come è andato l'incontro?

Benissimo, differentemente da Bolzano dove, per colpa del bilinguismo, ho trovato solo porte chiuse. Abbiamo posizionato una trappola a Don, un'altra poco distante, e una terza ad Amblar.

Le tre trappole sono già funzionanti?

Certo, e i primi risultati sono positivi. La prima fase ha portato alla cattura di 4 etti di bostrico con temperature di poco superiore al grado, figuriamoci quando scoppierà finalmente il caldo, con 30-40 gradi.

Cosa succederà?

Succederà che cattureremo 1 chilo di bostrico al giorno, secondo le nostre previsioni. Ciò fa capire la portata dell'emergenza, i rischi che si corrono. Dicono che nelle segherie, dove vengono portati gli alberi abbattuti, si senta di notte il bostrico mentre divora il legno della pianta morta. Piange il cuore nel vedere i disastri provocati da questo insetto, alberi che risalgono all'epoca di Napoleone ridotti a un cumulo di legname. Un animaletto di un millimetro che provoca danni enormi.

Le sue trappole rimarranno in Val di Non o pensa di proporle anche in altri territori?

Dipende dagli enti pubblici. Intanto, sono venuti a vedere come funzionano la Forestale e l'Università di Bolzano. 













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