Il bonus agli agricoltori nonesi «Datelo a chi ne ha bisogno» 

La protesta. Secondo Carmen Martini si sottraggono risorse a settori davvero al collasso come turismo, ristorazione e cultura. Ma anche alla sanità, che è allo stremo. «Con quale coraggio hanno richiesto l’erogazione del contributo?»



Val di non. I bonus del “Cura Italia” ai contadini, uno scandalo! Non usa mezze parole Carmen Martini originaria di Revò e candidata sindaco a Trento per il Movimento 5 Stelle. Il riferimento è ai 600 euro che il Governo Conte ha messo in conto per le partite Iva, un mondo variegato nelle condizioni e possibilità economiche anche in questo momento di pandemia, che però non tutti vivono allo stesso modo.

La lettera

«Mio padre -scrive Carmen Martini - emigrò in Canada, dove trovò lavoro come boscaiolo e minatore. Sono perciò perfettamente a conoscenza di quelle che erano allora le dure condizioni di vita della mia valle natia. Ma adesso è tutta un’altra storia e gli agricoltori “godono già di esenzioni fiscali particolari: il reddito soggetto ad imposta IRPEF è il solo reddito agrario (importi irrisori), possono invece applicare il regime speciale oppure l’ordinario dell’IVA a seconda della convenienza». Una condizione che stride, secondo la Martini, con il momento che l’Italia sta attraversando per l’emergenza coronavirus. Un momento in cui gli operatori di diverse categorie economiche (turismo, ristorazione, mondo della cultura ecc.) sono al collasso e in cui la sanità è allo stremo (ammirevole l’impegno e l’amore dei medici, degli infermieri e di tutti gli operatori sanitari, dei volontari ecc.).

Tonnellate di mele

«Nonostante ciò molti agricoltori della mia valle – aggiunge - attraverso i Patronati e con non so con quale coraggio, sottoscrivono la richiesta di erogazione (infatti non c’è nulla di automatico, ognuno deve chiedere personalmente!) del bonus di 600 euro che il Governo nazionale con estrema difficoltà finanziaria ha assegnato, ben consci che il settore agricolo noneso in questo momento non è per nulla in difficoltà, anzi! Ogni giorno dai magazzini Melinda partono tonnellate e tonnellate di pomi vista la forte richiesta sia dall’Italia che dall’estero».

L’appello

Da qui il suo appello ai nonesi che hanno già incassato il bonus coronavirus di devolverlo alla Protezione civile, oppure a chi ne ha veramente bisogno o ancora alla ricerca scientifica che si occupata con l’ antidoto/vaccino contro il Covid-19.

Apot & C.

Questa la lettera di Martini, ma sul punto si sono mosse, mettendo le mani avanti, anche varie sigle del variegato mondo agricolo trentino come l’Apot, il Concast/Trentingrana, la Federazione allevatori, il Consorzio Vini del Trentino e alcuni sindacati agricoli (Cia, ACT e Confagricoltura) che invitano i loro soci “beneficiari” dei 600 euro ad indirizzare una parte dell’assegno (600 euro per il mese di marzo e, se confermati, 800 per i mesi di aprile e maggio) alla Protezione Civile trentina per l’emergenza coronavirus. «Un’agricoltura attenta ai bisogni sociali è una agricoltura di qualità ed un gesto di partecipazione ai problemi degli altri da parte di ognuno non potrà che contribuire a restituire agli agricoltori quel rispetto e considerazione che si meritano ampiamente» - scrivono.













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