Il birrificio “Fon” porta a casa 2 premi nazionali

Fondo. Fine d’anno con un doppio botto per il birrificio artigianale “Fon” che piazza due sue birre ai vertici in altrettante categorie del Best Italian Beer 2019. Il Premio nazionale, quinta...



Fondo. Fine d’anno con un doppio botto per il birrificio artigianale “Fon” che piazza due sue birre ai vertici in altrettante categorie del Best Italian Beer 2019. Il Premio nazionale, quinta edizione, è organizzato da FederBirra – Federazione Italiana Birra Artigianale ed è rivolto a tutti i produttori di birra artigianale italiana e a tutti i produttori di birra non industriale. L’obiettivo è di selezionare le migliori produzioni, suddividendole per categorie di prodotto.

La giuria ha stilato una classifica delle tre migliori birre per ogni categoria: Luppolo d’Oro, Luppolo d’Argento, Luppolo di Bronzo. Il birrificio noneso ha ottenuto il Luppolo d’oro nella categorie “Dambre Ipo” con la birra Arioma e nella categoria “Swet Staut” con la birra Sweet Dreams, una scura in stile irlandesi, ideale per gustare con dolci al cioccolato che per il secondo anno si è confermata sul gradino più alto del premio nella categoria. Particolare soddisfazione per il riconoscimento alla birra Arioma, termine noneso che in base al vocabolario del Quaresima è sinonimo di “convulsione” per i bambini ma che volgarmente significa stupore che quasi leva il fiato e la paura. Birra forte che vien commercializzata solo nei mesi freddi (da settembre in poi) ed è prodotta con luppolo coltivato a km zero, in un terreno a Maso San Vito di 2.000 mq, a monte di Cles. «Anche per questo il premio ci fa piacere, è un riconoscimento anche alla genuinità del prodotto ed un incoraggiamento a continuare a puntare su materie prima locali» - spiega Daniele Graziadei, uno dei soci del birrificio Fon.

Il “Fon” è nato nel dicembre 2016 e da un paio d’anni ha sede nell’ex macello Marchiori, nel cuore della borgata altoanauniese. I soci, oltre a Daniele Graziadei (sindaco in scadenza di Fondo) sono Alberto Battisti (pure di Fondo), Alessandro Pellegrini (di Romeno), Marco Lorenzoni (Cles) e il cembrano (ma noneso di adozione, a Sarnonico), Giordano Brugnara. Una buona percentuale di vendite è in valle di Non grazie allo spaccio aziendale che è aperto ogni sabato. Il luppolo viene in parte da coltivazioni a Cles e Livo ma il grosso è acquistato da Germania e Repubblica Ceca.

Quest’ anno il birrificio Fon chiude la produzione a 600 ettolitri. «La media italiana di un birrificio artigianale è circa 1.100 ettolitri. Quindi cresciamo rispetto al 2018, anno in cui la produzione è stata di 380 ettolitri: buon risultato» sottolinea Graziadei. E spiega «Produciamo 8 tipologie di birra. Per il prossimo anno vorremmo creare una birra senza glutine, un mercato in espansione.

Le vendite sono principalmente in Trentino Alto Adige, Veneto, Lombardia ed Emilia e Toscana. Ad ottobre a Salisburgo “Fon” è stata premiata per la miglior birra alla segale (segale nonesa). G.E.















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