I quattro sindaci: «Dominici deve fare autocritica»

ALTA VAL DI NON. «Sinceramente ci dispiace se gli altri Comuni, che tra loro avevano trovato un accordo, subiranno dei ritardi nella realizzazione delle opere. Non è colpa loro, sono vittime di un...


Fabrizio Brida


ALTA VAL DI NON. «Sinceramente ci dispiace se gli altri Comuni, che tra loro avevano trovato un accordo, subiranno dei ritardi nella realizzazione delle opere. Non è colpa loro, sono vittime di un atteggiamento sbagliato portato avanti dalla Comunità di Valle».

Partiamo dalla fine, e dal pensiero del sindaco di Ruffré-Mendola Donato Seppi, per raccontare le sensazioni che hanno accompagnato la sentenza del Tribunale Regionale di Giustizia Amministrativa di Trento, che ha accolto il ricorso presentato dai Comuni di Ronzone, Romeno, Cavareno e Ruffré-Mendola, rappresentati dall’avvocato Damiano Florenzano, contro la Comunità della Val di Non.

Una sentenza che «ci dà completamente ragione e della quale siamo pienamente soddisfatti» ci tiene a sottolineare Luca Fattor, sindaco di Romeno, nel corso della conferenza stampa convocata ieri pomeriggio alla quale hanno partecipato anche il primo cittadino di Ronzone Stefano Endrizzi, il sindaco di Ruffré-Mendola Donato Seppi e il suo vice Gianni Seppi, mentre Gilberto Zani, sindaco di Cavareno, non era presente per impegni precedenti.

«Abbiamo presentato ricorso per contrastare questo accordo di programma che all’inizio prevedeva un’intesa al 100% tra i Comuni, mentre in fase esecutiva, in Provincia, hanno cambiato le regole, facendo bastare la metà dei Comuni, purché rappresentativi del 50% della popolazione – spiega Fattor –. Già lì avevamo capito che qualcosa non andava. Abbiamo comunque fatto tutti i passi possibili per cercare un accordo, ma non è stato possibile. Qui sono emerse tutte le difficoltà del presidente Dominici nel gestire una situazione leggermente più complicata del normale».

Oggetto della discordia era il finanziamento a valere sul Fondo Strategico Territoriale degli interventi previsti in Alta Valle, in particolare la passerella ciclopedonale sulla forra del torrente Novella che dovrebbe collegare Castelfondo a Fondo.

«Si tratta di un’opera che non riteniamo meritevole per il nostro territorio – aggiunge il sindaco di Romeno –. Preferivamo spendere i nostri soldi in altri tipi di investimenti, chiedendo anche un ambito per i nostri quattro Comuni. Se Castelfondo e Fondo vogliono quel tipo di opera, che la realizzino con fondi propri. A suo tempo avevamo domandato di anticipare questo fondo per l’acquisizione di Castel Malgolo, richiesta che ci era stata negata. Ora avremmo voluto investire nel rilancio turistico della Mendola, porta della nostra valle».

Secondo Fattor, poi, Dominici starebbe strumentalizzando questa vicenda. «Se ci saranno dei ritardi nella realizzazione delle opere, la colpa non è di certo nostra. Il Tar ci ha dato ragione, quindi qualcosa che non ha funzionato c’è stato».

Sulla stessa lunghezza d’onda è il sindaco di Ronzone Stefano Endrizzi: «Il nostro era l’unico Fondo Strategico della provincia approvato senza gli importi delle opere – rivela –. Già questo fa pensare. La sentenza del Tar è un disconoscimento della procedura portata avanti dalla Comunità di Valle e mette in evidenza la carenza di programmazione e di formalizzazione di un percorso importante come quello del Fondo Strategico. Con gli atti amministrativi bisogna fare attenzione, gli errori emersi sono di sostanza. Dominici quindi non giri a noi la responsabilità, faccia autocritica insieme a chi stava sopra di lui a livello provinciale. Noi abbiamo tutelato gli interessi della comunità».













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