Galline, oche, cavalli e asino disturbano: condannato
La causa civile. Elio Clauser di Romallo portato in tribunale da un vicino. Per effetto della sentenza dovrà chiudere i polli in gabbia e tenere lontani i quadrupedi dalla casa del querelante
Romallo. A Smarano una signora è stata diffidata per nove galline, a Romallo è piovuta una condanna “ex articolo 700 del codice di procedura civile” (quello, per intenderci, che intende prevenire situazioni di reale pericolo ed indifferibile rischio) per due cavalli, un asino, due oche e una ventina tra galli e galline colpevoli, secondo il giudice, di arrecare ad un vicino “grave disagio psicofisico”, pregiudicandone il riposo e la vita di relazione.
Un paese rurale?
Tutto questo in un paese cosiddetto agricolo, dove fino a non molti anni fa (prima dell’esplosione della frutticoltura) ogni casa aveva sotto le finestre una concimaia e al pianterreno la stalla con mucche, maiali e pollaio. Ma quei tempi non ci sono più e anche nei borghi ormai, rurali solo a parole, la presenza degli animali da cortile è un fastidio da eliminare, mentre non si fa caso ad altri “profumi” come quelli del traffico e degli atomizzatori. Una vicenda, quella di Romallo, che ha visto soccombere in tribunale a Trento un residente che, in base all’ordinanza emessa dal giudice penale, deve mettere in gabbia le galline dalle 24 alle 7 del mattino e tenere distanti almeno cinque metri dalla proprietà del vicino che ha promosso il giudizio i cavalli e l’asino, con tanto di multa di 50 euro per ogni giorno di “accertata inosservanza”. Ma non solo.
Elio Clauser (questo il nome dell’interessato) dovrà rifondere al vicino “le spese di lite” (più di 3.800 euro oltre al rimborso spese forfettarie del 15%, Iva e Cpa). «In un paese agricolo come Romallo è generalizzata l’usanza di avere animali nei pressi delle abitazioni, e questo non ha mai causato noie» - la difesa del proprietario che per avvalorare la correttezza del suo modo di accudire i suoi animali domestici ha presentato i due verbali di altrettanti sopralluoghi effettuati dai veterinari dell’Ufficio Igiene di Cles. Difesa non considerata dal giudice che ha ritenuto i sopralluoghi “viziati” dall’esser stati preannunciati, così come non sono state considerate utili altre testimonianze a difesa di persone che di fastidio per gli animali non ne provano per nulla, anche perché i cavalli e l’asino dalla primavera a metà dicembre, i mesi più caldi di ogni anno, sono trasferiti altrove.
O un paese residenziale?
A motivazione della sua ordinanza il giudice richiama la “destinazione residenziale” del luogo (il centro di Romallo) in cui sono ubicate le proprietà dei contendenti, la “presumibile” intensità delle esalazioni maleodoranti provenienti dagli accumuli delle deiezioni animali, l’effetto disturbante riferibile al frequente canto di galli nelle ore normalmente dedicate al riposo notturno. Condizioni – conclude il magistrato - che non comprimono solo le facoltà di godimento derivanti dal diritto di proprietà, ma anche ledono “il diritto al normale svolgimento della vita familiare all’interno della propria abitazione ed il diritto alla libera e piena esplicazione delle proprie abitudini di vita quotidiane, ritenuti diritti costituzionalmente garantiti”.
Clauser ha già preannunciato ricorso ritenendo l’ordinanza immotivata e sbagliata, mentre a Smarano, tanto per tornare al parallelismo iniziale, la vicenda è stata “smorzata” con la “minaccia” di una raccolta di firme contro l’ordinamento comunale che limita a 5 il numero delle galline ammesse nel pollaio all'interno delle aree urbanizzate del paese. Il mondo rurale davvero non c'è più.