Ecco i quattro nuovi primari dell’ospedale Valli del Noce
La sanità a Cles. Sono Armando Borghesi (direzione medica), Renzo Franch (medicina interna), Gabriele Leli (anestesia e rianimazione) e Lucia Ventura (radiologia), tutti con grande esperienza
Cles. Freschi di nomina, ma tutti e quattro professionisti di lungo corso dentro l’Azienda provinciale per i servizi sanitari e in particolare all’ospedale di Cles. Sono i quattro nuovi direttori dell’ospedale Valli del Noce, tra cui il nuovo direttore medico, presentati ufficialmente ieri mattina agli altri direttori delle Unità operative e al personale sanitario dal direttore del servizio ospedaliero provinciale di Apss Giovanni Maria Guarrera, alla presenza del direttore generale di Apss Paolo Bordon e dell’assessore alla salute, politiche sociali, disabilità e famiglia Stefania Segnana. Armando Borghesi guiderà la direzione medica, Renzo Franch l’Unità operativa di medicina interna, Gabriele Leli quella di anestesia e rianimazione, Lucia Ventura la radiologia, sia di Cles, sia di Tione.
Qualità e sicurezza
L’impegno ora sarà quello di proseguire il lavoro all'interno di una struttura che già conoscono bene, con l'obiettivo di garantire prestazioni sempre di maggiore qualità e all'insegna della sicurezza. «Di fronte ad un momento congiunturale non facile – ha sottolineato il nuovo direttore medico Borghesi – che vede allungarsi l’aspettativa di vita, aumentare le patologie croniche e quindi le esigenze di salute della popolazione, occorre puntare con forza su una maggiore integrazione con il territorio e investire sulle strutture per le cure intermedie, che possono accogliere i pazienti non più acuti ma non ancora in grado di essere inviati a domicilio». Con l’obiettivo di «essere efficienti nell’utilizzo delle risorse per essere efficaci nel raggiungere i risultati. In questo senso l’ospedale di Cles ha le dimensioni giuste per essere terreno fertile per le sperimentazioni e le innovazioni».
Il bacino di utenza
L'assessore Segnana ha ringraziato i nuovi direttori per l’impegno a favore di un presidio ospedaliero che serve un bacino di utenza – tra Val di Non, Val di Sole, Rotaliana e Paganella – di oltre 85 mila abitanti e ha colto l’occasione per ribadire «quanto siano strategici gli ospedali di valle, che garantiscono servizi essenziali per chi le valli le abita. Chi vive lontano dai centri più popolosi deve avere gli stessi servizi e le stesse opportunità in termini di salute. Per questo i presidi di valle vanno garantiti e rafforzati». Secondo il direttore generale Bordon «il presidio di Cles è un nodo essenziale della rete ospedaliera provinciale. Grazie all’esperienza e alla capacità dei nuovi direttori l’ospedale continuerà, nel solco della tradizione, a garantire servizi di qualità e buoni risultati. Cles ha la dimensione giusta per affrontare le nuove sfide della medicina moderna».
Le cifre dell’ospedale
Interessanti i numeri dell’ospedale di Cles, secondo quanto emerge dalla presentazione del direttore del Sop Guarrera, che ha passato in rassegna le attività delle diverse aree e unità operative. Cles è uno dei sette presidi della rete provinciale ed è dotato di 77 posti letto; nel 2018 sono stati oltre 5.500 i ricoveri e oltre 24 mila gli accessi al pronto soccorso (in corso di ristrutturazione). Tra le esperienze di eccellenza spicca il percorso Fast Track – realizzato in collaborazione con l’ospedale di Tione – che ha consentito di ridurre i tempi di ospedalizzazione (senza aumentare i rischi) in caso di operazione all’anca, al ginocchio e alla spalla, investendo sulla preparazione dei pazienti e sul loro ruolo centrale nel percorso di riabilitazione (svolto per la maggior parte a casa). Cles spicca inoltre per il basso numero di parti cesarei (14%) rispetto alla media provinciale. I parti sono stati 449 nel 2018; il 35% delle donne è ricorso alla partoanalgesia. Il centro dialisi di Cles lavora anche come centro a disposizione dei dializzati che vengono qui in vacanza e necessitano di terapia. Quanto agli investimenti sulla struttura e gli impianti, a Cles sono previste opere (pari a 5 milioni di euro) per la messa in sicurezza (antincendio e gas medicinali), una nuova sala per le emergenze ostetriche e i cesarei, il completamento della sala travaglio-parto e alcuni aggiornamenti tecnologici delle strutture per la risonanza magnetica e la tac.
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