Due rinforzi dall’Africa per San Romedio
Fra Obed e fra Silvester sono giunti al santuario dove incontreranno i fedeli e abiteranno in foresteria
SAN ROMEDIO. Per l’estate, stagione in cui anno dopo anno l’afflusso di visitatori e pellegrini diventa sempre più massiccio, si arricchisce a San Romedio il servizio di accoglienza grazie alla presenza di giovani chierici che nell’eremo noneso trascorrono i mesi di luglio ed agosto a supporto dell’attività dei francescani della Comunità di Sanzeno. I chierici (“frati in formazione”, come li definisce il priore padre Giorgio Silvestri) si alternano a gruppi di due o tre e provengono o dallo studentato teologico di Padova o da dallo Studentato Teologico internazionale che l’Ordine dei Francescani Conventuali tiene a Roma. Proprio da Roma arrivano i due giovani chierici che sono presenti in queste settimane a San Romedio, fra Obed (nome biblico, era il nonno di David e quindi nominato come uno degli antenati di Gesù nelle genealogie riportate nel Vangelo di Matteo) che è originario dello Zambia e fra Silvester, del Ghana.
«Per loro un’esperienza di apostolato sul territorio in mezzo ai fedeli in un luogo di spiritualità ma anche la possibilità di esercitarsi nella lingua italiana intrattenendo i pellegrini», spiega il priore. Dopo i due giovani chierici africani ne arriveranno altri dal Kenya, dall’Indonesia, dalla Romania e anche quattro giovani studenti di teologia italiani. «Un campionario della ricchezza di voci nel mondo che i Francescani oggi rappresentano nella Chiesa», sottolinea padre Giorgio. I chierici risiedono nell’eremo (dove di notte, normalmente abitano solo i custodi laici) nelle celle preparate nella foresteria che, lo ricordiamo, è aperta anche per ospitare brevi soggiorni di laici che voglio ritirarsi per un breve periodo nel silenzio del solitario santuario. Una curiosità che notano subito i fedeli è la diversa gradazione di colore del saio dei due chierici africani. I frati francescani conventuali (quelli per intenderci che hanno in custodia la basilica di San Francesco ad Assisi e di Sant’Antonio a Padova) indossano una tonaca completamente nera. Fra Silvester (che vine dal Ghana, terra torrida) ha invece un saio colore grigio chiaro mentre di un grigio più scuro tendente al nero è la tonaca di fra Obed, che è invece originario dello Zambia, una terra – spiega ancora padre Giorgio, dove ci sono montagne come le nostre, se non più alte, ed un clima più temperato. «Ecco spiegato il diverso colore: in Ghana fa caldo e il colore nero non va bene, mentre nello Zambia andrebbe meglio ma attenuato. Una varietà di colori che un po' ci riporta alle origini dei frati: ai tempi di San Francesco il saio era grigio, dunque ne nero ne marrone, scelte che sono venute dopo lo scioglimento dell’Ordine Francescano da parte di Napoleone», conclude padre Giorgio. (g.e.)