Disabile e maestro di sci, Bernardi a Cles
L’ex autista di camion racconterà la sua esperienza positiva in due incontri che si terranno oggi
CLES . Questa mattina alle scuole professionali Upt e Enaip e questa sera alle 20.30 all’oratorio parrocchiale incontri con Mauro Bernardi, il quarantenne bergamasco, disabile che, può sembrare strano, è diventato maestro di sci. «Quando si cade e si tocca il fondo bisogna rialzarsi e ripartire»: una sorprendente testimonianza che la Comunità, assessorato alle politiche sociali guidato da Carmen Noldin, ha voluto far conoscere in valle di Non. Un progetto che desidera favorire l'integrazione e l'aggregazione tra persone normodotate e disabili attraverso l'incontro e il dialogo. «Con Mauro Bernardi sarà un momento di importante formazione umana e sportiva per gli studenti e ragazzi coinvolti, volto anche a evidenziare i valori dello sport e della vita» - spiega l’assessore Noldin. Bernardi, nonostante una disabilità che gli ha precluso l'utilizzo delle gambe, è un maestro di sci. «Mi sento come un granello di sabbia che può coinvolgere altri granelli. Ci sono tante persone disabili che vorrebbero avvicinarsi allo sport, al mondo dello sci e, perché no?, diventare maestro di sci come me - conferma Mauro -. Il primo obiettivo è trasmettere questa voglia lavorativa, questa cultura e questa forza che mi ha aiutato a rialzarmi ed affrontare le sfide della vita. Per quanto mi riguarda, la cosa più bella e paradossale è che nella disabilità sono riuscito a fare ciò che non riuscivo a fare nella precedente condizione». Una storia esemplare, quella di Bernardi, che ci insegna ad apprezzare davvero la vita pur nelle avversità e perfino nelle tragedie che possono sempre capitare a ciascuno, perché è solo alla morte che non c’è rimedio. «Era il 31 agosto 2005 ed ero diretto con il mio camion a Padova per una consegna - racconta Bernardi - viaggiavo in prima corsia quando un tir mi si è messo davanti, all'altezza dell'autogrill di Dalmine. L'impatto è stato violentissimo. Ho capito subito che era successo qualcosa di grave: non sentivo più niente dalla vita in giù. Ma ero contento di essere vivo». Dopo l'incidente, Mauro collabora con le scuole per sensibilizzare i ragazzi al tema della disabilità, ma soprattutto per trasmettere la sua esperienza di vita «Consiglio di aprirsi, di non aver timore o paura -. La paura è giusto che ci sia, ma non deve vincere sulle nostre scelte. E soprattutto dobbiamo accettare l'aiuto degli altri, perché ci sono tante persone che sono disposte a darci una mano. Non bisogna mai arrendersi». (g.e.)