Dalla “Sorgente Selva” l’acqua potabile per Tret
Sembra risolto il problema dell’approvvigionamento idrico del paese: il Comune ha affidato lo studio di fattibilità del progetto al geologo Armando Chini
TRET. Con la captazione di una nuova sorgente a valle del lago di Santa Maria in versante Fondo, si avvia a soluzione la lunga querelle sull’approvvigionamento potabile di Tret, minacciato dai liquami che gli allevatori altoatesini di San Felice spargono sui loro pascoli a monte della vecchia opera di presa.
La giunta comunale di Fondo nei giorni scorsi ha, infatti, affidato allo studio dell’architetto Mario Larcher, con studio a Cles, di redigere il progetto esecutivo per la realizzazione di un’opera per la captazione e immissione nell’acquedotto di Tret della nuova acqua proveniente dalla “Sorgente Selva”.
La nuova sorgente, dopo una serie di rilevamenti mensili dei parametri fisici per anno intero, il prelievo acqua, quadratura e consegna campioni ogni 3 mesi in base allo studio del geologo Armando Chini è risultata idonea e con la portata di 2 litri al secondo pare in grado di risolvere l’endemica carenza di acqua della piccola frazione che si trova al ridosso del confine con la provincia di Bolzano, sulla strada delle Palade.
«La sorgente era conosciuta dai residenti ma di scarsa portata. Con gli interventi del geologo ed uno scavo di pochi metri per mettere in maggiore evidenza l’emergenza idrica, ora dovremmo avere una garanzia sufficiente di portata», commenta il sindaco di Fondo Daniele Graziadei.
Nella vicenda, trattandosi di un problema transfrontaliero con contadini sudtirolesi, era stato coinvolto anche il servizio geologico del Trentino e lo stesso governatore Ugo Rossi L’area di protezione della vecchia sorgente (quelle che alimenta attualmente l’acquedotto di Tret), come prevede la Carta delle risorse idriche valevole in Trentino, era protetta ad una fascia di rispetto in mappa che però serviva a poco. Infatti, a poca distanza a monte ci sono i pascoli dove gli allevatori altoatesini spargono tranquillamente il letame come fertilizzante, che con le piogge ed il dilavamento del terreno alla fine interferiva con la presa potabile di Tret causando una giusta preoccupazione tra la popolazione.
Un grosso problema dunque per il Comune di Fondo che per recentemente nell’acquedotto di Tret ha investito quasi mezzo milione di euro con la costruzione di un nuovo serbatoio a monte della località Plazze (dove c'è anche l'albergo Scoiattolo) e rivolvere così una quasi atavica carenza idrica del paese e munirlo finalmente di una efficace sistema antincendio. Rimane però il rischio di infiltrazione liquami nella presa e su questo il Comune come detto, trattandosi di contadini altoatesini, aveva le mani legate.
«Vietare di spargere letame oltre l'area di salvaguardia delle sorgenti non era possibile e non dipendeva da noi, oltre il confine provinciale non potevamo fare nulla», afferma Graziadei. Per garantire la potabilità attualmente si deve intervenire con un dosaggio di cloro che da fastidio, e fa anche pensare, in un paese di alta montagna come è appunto Tret.