Castel Malosco da trent’anni attende di essere restaurato 

L’appello di Lucia Coppola. Esiste un progetto di recupero del 2006 finanziato nel 2012, ma il complesso non è ancora visitabile. La consigliera di Futura ha presentato un’interrogazione


Fabrizio Brida


Malosco. “Restituiamo al Trentino Castel Malosco”. A lanciare l’appello è Lucia Coppola, consigliera provinciale di Futura, che in un’interrogazione chiede di sapere in quale stato versi Castel Malosco e se, essendo uno dei castelli più caratteristici della Valle di Non, siano nel programma di legislatura degli interventi di recupero e valorizzazione.

Uno fra 300

Come ricordato da Lucia Coppola, in Trentino sono oltre 300 i castelli, le rocche, le sedi fortificate, le cinte murarie e i ruderi che fanno parte di un patrimonio storico-culturale e architettonico straordinario. La Val di Non è la zona che può vantare il maggior numero di castelli e residenze nobiliari: antichi palazzi testimoniano la storia gloriosa di questa terra e molti castelli sono stati trasformati in eleganti residenze private, altri sono stati sapientemente restaurati e oggi sono sedi di mostre, esposizioni temporanee di grande importanza.

L’ultimo, in ordine di tempo, è Castel Belasi, che ha da poco riaperto le porte al pubblico. Non si può dire lo stesso per Castel Malosco, maniero medioevale che sorge nell’omonimo paese.

I primi documenti riguardanti il castello risalgono al 1188, ma il primo riferimento esplicito è datato 1228, quando Pietro di Malosco lo lasciò in eredità ai fratelli Bertoldo ed Enrico. Il castello passò quindi varie volte di mano, diventando anche di proprietà del demanio austriaco che vi insediò l’ufficio giudiziario di Fondo, subendo una profonda ristrutturazione a cui si deve l’aspetto attuale: vennero abbattute le mura esterne, aperte finestre più ampie, ridefiniti gli spazi interni e spostato l’ingresso.

Nel 1892 vi nacque il celebre artista Fortunato Depero e dopo la prima guerra mondiale vi trovò sede prima la pretura di Fondo e poi quella del Libro Fondiario, finché negli anni ‘80 non venne lasciato inutilizzato dall’amministrazione pubblica. Da allora il castello ha subito un forte degrado, anche se non in maniera irreversibile, ed è ora proprietà della Provincia di Trento.

Opera incompiuta

“Nel 2006 partì un progetto per il suo recupero che però, nonostante un importante stanziamento finanziario nel 2012, non ha ancora portato a un suo risanamento completo – ricorda Coppola nella sua interrogazione –. L’impostazione attuale, molto semplice, conserva un tratto della cinta muraria e il palazzo rinascimentale, compatto e massiccio, sviluppato attorno alla torre-mastio medievale. Attualmente Castel Malosco è quindi di proprietà pubblica ed è disabitato, in attesa di restauri che lo rendano visitabile”.

Nel 2012 l’allora assessore Panizza dichiarò che il castello necessitava oltre che di opere di consolidamento, anche di lavori di restauro architettonico, delle superfici decorate e di opere impiantistiche. Interventi, però, legati all’individuazione della destinazione d’uso.

Lucia Coppola intende ora approfondire la questione, cercando di capire se la Provincia intenda, dopo l’opportuno restauro, valorizzare Castel Malosco rendendolo parte integrante di un progetto di promozione e valorizzazione del territorio, inserendolo magari all’interno del progetto “Rete Castelli del Trentino”.













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