giovani agricoltori

Bruno Bonini, 20 anni e la scommessa di un frutteto tutto suo

L’esperienza nata nell’azienda di famiglia: 40 appezzamenti da Brez a Fondo, coltivati a mele e a ciliegie. «Combattiamo contro le gelate. La ricerca ha invece permesso di superare il problema della cimice asiatica»


Carlo Bridi


BREZ. La nostra storia di questa settimana proviene ancora una volta dal Mezzalone, quel panettone della Valle di Non che sopra Cles si sviluppa sulla destra fino a Fondo. Una zona, come abbiamo ricordato altre volte, particolarmente vocata alla frutticoltura di qualità, che deve però fare i conti con le gelate tardive particolarmente pericolose per le varietà di melo primaticce come la Sueet Tango, ma anche per le ciliegie che hanno una fioritura assai precoce.

Il giovane del quale raccontiamo la storia, è un ragazzo di appena vent’anni che ha terminato il quadriennio alla scuola professionale di San Michele con specializzazione frutticoltura. Parliamo di Bruno Bonini, che appena terminata la scuola, si è inserito a tempo pieno in azienda assieme al padre. Ma dall’inizio di quest’anno, ci dice, è titolare di partita Iva e di un’azienda propria, avendo acquistato vicino a Cloz un appezzamento di un ettaro di frutteto.

Subito dopo ha fatto domanda per l’ottenimento del premio d’insediamento, che gli è già stato assegnato per 40 mila euro. E’ in attesa della liquidazione dell’acconto di 30 mila, con il quale intende acquistare un carro raccolta moderno, elettrico, con quattro postazioni sul carro più due-tre postazioni di raccolta per chi raccoglie da terra. Un carro ultima generazione molto importante per la raccolta di varietà di mela come la Sueet Tango, particolarmente delicata.

L’organizzazione aziendale

Come in molti altri casi, di fatto, la coltivazione dell’azienda di Bruno viene fatta assieme a quella di famiglia, e si estende complessivamente su una decina di ettari dei quali 0,7 coltivati a ciliegie delle varietà Kordia e Regina raccolte a luglio. “Quest’anno la produzione è stata molto buona sia dal punto di vista qualitativo che quantitativo”, ci dice Bonini. “Ora aspettiamo le indicazioni di Melinda sul prezzo alle quali saranno liquidate”.

Le mele vengono conferite alla Sabac, cooperativa socia di

Melinda "e siamo soddisfatti delle liquidazioni – precisa Bruno - perché Melinda sa valorizzare la qualità e visto che noi puntiamo molto sulla qualità questo ci fa molto piacere”.

Le varietà coltivate vanno in ordine di maturazione dalla Sueet Tango, già raccolta, alla Red Deliocious, che inizieremo a raccoglieremo da metà settembre, alla Renetta Canada, alla Evelina, alla Golden Delicious, per concludere con la Fuyi.

L’azienda è diffusa su ben 40 appezzamenti, che vanno da Brez a Fondo passando per Cloz. “Questo rende problematico anche la copertura assicurativa sia per il fatto della franchigia del 30% che per il fatto che viene fatta la media aziendale e non viene valutato il singolo appezzamento. Ad esempio quest’anno abbiamo avuto una forte gelata su mezzo ettaro, ma non prendiamo nulla. Per questo puntiamo sulla copertura con reti antigrandine che già coprono 3,5 ettari ma che vorremmo

estendere almeno sull’80% dell’azienda” .

Problema cimice? “Fino a 4 anni orsono era un grosso problema, ma con l’introduzione degli antagonisti naturali da parte del Dipartimento ricerca della FEM il problema è andato via via riducendosi fino a quasi scomparire. Questo dimostra la grande importanza della ricerca anche in funzione di una frutticoltura

sempre più sostenibile”, sottolinea il giovane.

Alla classica domanda se ha un sogno nel cassetto, Bruno risponde che “a 20 anni i sogni sono tanti, per me il più importante sarebbe quello di riuscire ad accorpare almeno in parte l’azienda per ridurre i tempi morti che comporta lo spostamento da un appezzamento all’altro. Ma non solo, questo porrebbe in termini nuovi anche la possibilità di trasformare l’azienda in biologica perché con una divisione in 40 appezzamenti questo è semplicemente impossibile da realizzare, visto il problema deriva”.

Dopo due anni dall’impegno a tempo pieno in azienda, gli chiediamo se visti i sacrifici che comporta è pentito della scelta. “Assolutamente no!”, è la risposta, “la passione fa superare anche i momenti difficili che anche nella nostra professione non

mancano”. Ed i rapporti con l’ambiente visto che in Valle di Non c’è un forte movimento ambientalista? “Tengo molto alla tutela dell’ambiente che va salvaguardato innanzitutto per la nostra salute, ma anche per frenare l’impazzimento del clima”.

Come molti giovani della Valle di Non, anche Bruno è impegnato nel sociale, sia nella Pro Loco di Brez che nel corpo volontari dei vigili del fuoco, dove è approdato dopo aver fatta tutta la gavetta degli allievi. Rimane il tempo per coltivare qualche hobby? “Qualche bella sciata l’inverno con gli amici che sono tutti giovani frutticoltori con i quali abbiamo una buona intesa e con i quali usciamo anche il sabato sera, spesso per parlare di mele”. Brez, ha circa 800 residenti e fra questi vi sono poco meno di 10 frutticoltori sotto i 40 anni che hanno la loro azienda agricola dove lavorano a tempo pieno, senza contare gli studenti che frequentano la scuola a San Michele.













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