«Atto nella bussola dopo due tentativi di consegna»
Predaia. A proposito del disservizio segnalato da un utente (“Il postino che non suona più e lascia la notifica nella cassetta”, pubblicato il 27 marzo sul Trentino), Poste Italiane ha svolto le sue...
Predaia. A proposito del disservizio segnalato da un utente (“Il postino che non suona più e lascia la notifica nella cassetta”, pubblicato il 27 marzo sul Trentino), Poste Italiane ha svolto le sue verifiche dalle quali è emerso che sono stati fatti due tentativi di consegna: il 24 marzo per un atto giudiziario e il 25 marzo per notificare al cliente l’avvenuto deposito dell’atto all’ufficio designato per il ritiro. “Purtroppo l’abitazione - scrive Poste Italiane - è priva di citofono, quindi ogni volta è stato attivato il dispositivo sonoro presente fuori dal cancello (una campana), ma non c’è stata alcuna risposta. Come previsto dalla normativa vigente, in caso di assenza del destinatario o di un suo delegato al ritiro, il portalettere è tenuto ad immettere nella cassetta l’avviso di tentata consegna per consentire il ritiro dell'atto giudiziario presso l'Ufficio postale”. Poste Italiane ribadisce che mette in atto quotidianamente tutte le azioni necessarie per garantire un servizio in linea con gli standard di qualità previsti, anche in situazioni di emergenza come quella attuale.
L’articolo di venerdì scorso sul problema del recapito della corrispondenza, in particolare delle notifiche e delle raccomandate che poi devono essere ritirate all’ufficio postale, ha suscitato interesse tra i lettori, che ci segnalano altri casi di “uscita forzata” di casa per il ritiro della posta agli uffici. Una segnalazione in particolare arriva da Taio, dove un censita ha trovato nella bussola di casa l’avviso di giacenza del rinnovo patente, rinnovo che notoriamente arriva solo per via postale. «Mi chiedo se non sarebbe più logico che il portalettere, visto che è arrivato fino a casa mia, invece che limitarsi a imbucare l’avviso avesse suonato e consegnato la busta con il documento. Se giustamente voleva, come da disposizioni, evitare ogni possibile contatto con me, poteva chiedere l’importo in contrassegno suonando al citofono. Glielo avrei fatto avere dalla finestra o consegnato stando a distanza di sicurezza. Così invece io dovrei rischiare, andando personalmente all’ufficio postale, di beccarmi una sanzione o denuncia e ancora peggio, di violare l’obbligo di rimanere in casa» - scrive il cittadino.
Sulla questione abbiamo sentito l’addetta alla comunicazione delle Poste Italiane per le provincie di Bolzano, Trento e Verona, che alla luce del Decreto Cura Italia (che ovviamente non tutti possono conoscere, anche per la sua complessità) spiega come il cittadino destinatario deve comportarsi. “Innanzitutto il rinnovo della patente non è cosa urgente perché per il citato DPCM tutte le scadenze (patenti, carte d’identità ecc.) sono prorogate fino al 31 agosto 2020, quindi c’è tempo in abbondanza per ritirare il documento. Ma c’è anche un altro punto chiave da chiarire: quando il recapito prevede, come nel caso lamentato, un versamento da parte del destinatario, il ritiro va fatto solo all’ufficio postale, ovviamente tenendo presente le scadenze di cui si è detto e il lasso di tempo a disposizione”.
L’addetta di Poste Italiane chiarisce anche che una proroga, anche se con diverse modalità, è stata stabilita dallo stesso Decreto anche per gli atti giudiziari come quello del caso riportato venerdì scorso dal Trentino sulla cronaca delle Valli di Non e Sole. G.E.