Antropologo all’assemblea della “Lampi”
SANZENO. Domenica 18 febbraio alle 15 a Casa de Gentili (Centro Culturale d'Anaunia) si terrà l’assemblea generale annuale dell’associazione culturale G.B. Lampi. Nell’occasione ci sarà anche la...
SANZENO. Domenica 18 febbraio alle 15 a Casa de Gentili (Centro Culturale d'Anaunia) si terrà l’assemblea generale annuale dell’associazione culturale G.B. Lampi. Nell’occasione ci sarà anche la Lectio Magistralis di Cesare Poppi dal titolo “L'Icona fra la Maschera e Giotto: antropologia di un percorso storico-culturale". L’assemblea della Lampi, con la Lectio di Poppi, chiuderà di fatto la mostra “Fragili Devozioni - Icone su vetro e specchio della collezione Morelli – Litta Modignani” che dal giorno dell’apertura (il 16 dicembre scorso) ha visto un buon afflusso di pubblico e di interesse sfilare nelle sale di Palazzo Assessorile.
Classe 1953, Cesare Poppi, bolognese di nascita, è un antropologo con Master e dottorato di Ricerca in antropologia sociale a Cambridge ed ha condotto ricerche fra i ladini di Fassa e delle Dolomiti (infatti abita in provincia di Belluno); è titolare dei corsi in antropologia alle Università supsi di lugano, Unisg di Pollenzo (Torino) e Bolzano. Da sempre interessato al cristianesimo orientale, ha dipinto icone per la chiesa russa ortodossa di San Basilio (Bologna) e frequenta le comunità monastiche del Monte Athos. Poppi è anche stato coordinatore dal 2007 del progetto “Carnevale Re d'Europa” al Museo degli usi e costumi della gente trentina a San Michele all'Adige e in questa veste si era occupato 5 anni fa anche della “presunta” maschera nonesa “Burlapez” ricostruita a Ruffré sulle memorie di un residente, Tiziano Cipolla.
L’allora consigliera provinciale Caterina Dominici, sempre alla ricerca di elementi di autenticità della cultura ladina nonesa, al primo apparire della maschera con entusiasmo l'aveva adottata come emblema del carnevale tradizionale della valle. Per questo, a sue spese e sulla base della ricostruzione mnemonica di Tiziano Cipolla, Dominici aveva fatto confezionare il costume dall'Atelier Mi Ro (dalle iniziali di Miriam Rossi, la titolare) di Cavareno, su disegno del pittore Fabio Seppi. La ricerca di Poppi, con l’avallo finale del direttore del Museo Giovanni Kezich salito appositamente a Ruffré, non aveva però confermato l’autenticità della maschera che è finita nel dimenticatoio. L’originale è attualmente nella disponibilità del gruppo storico culturale “Arzberg” di Arsio di Brez. (g.e.)