A Predaia una fattoria didattica con osservatorio faunistico 

A quota 1.300 metri. L’azienda agricola San Romedio della famiglia Rizzardi sta portando a termine un intervento di miglioramento ambientale reso possibile dal coinvolgimento del Comune, delle Asuc e dai finanziamenti europei


Giacomo Eccher


Predaia. Ventidue ettari di miglioramento ambientale, 2 laghetti recuperando vecchie sorgenti per l’abbeveraggio (uno anche con la ricostruzione di scene di vita preistorica) e una stalla – fattoria quasi interamente interrata nel verde con annesso osservatorio eco-faunistico antropologico. Il tutto a quota 1.300 su un’area che si sviluppa su circa 150 ettari. Si presenta così l’azienda agricola San Romedio, società agricola semplice a conduzione familiare che fa capo alla famiglia Rizzardi di Coredo. I lavori stanno procedendo alacremente e a fine estate, con il ritorno delle mucche dall’alpeggio, la fattoria sarà pronta ad accogliere il bestiame anche nel pascolo ampliato con un importante intervento di bonifica da sottobosco e sterpaglie per far tornare le oasi verdi pascolabili nelle dimensioni originali di qualche decennio fa sulla base di vecchie foto aeree, quando la “monteson” (l’arte della fienagione in montagna) era pratica comune dei contadini della valle.

Ad accogliere i visitatori che arrivano al passo Predaia già adesso c’è il colpo d’occhio della recinzione tradizionale di legno a fronte strada, un chilometro e mezzo con 800 pali di larice (molti recuperati dagli schianti di Vaia) pazientemente piantati dopo apposito trattamento anch’esso naturale (bruciatura della parte interrata, per la carbonizzazione). Questo per dare decoro all’area e allo stesso tempo realizzare una barriera per il bestiame al pascolo e mettere in sicurezza il traffico sulla adiacente strada. «Un intervento che si armonizza con le finalità di conservazione e valorizzazione del territorio montano e per renderlo vivibile anche in una dimensione economica, che è stato possibile grazie alla condivisione che l’iniziativa ha trovato tra gli amministratori locali e provinciali coinvolgendo, oltre al Comune di Predaia, le quattro Asuc (Coredo, Tres, Vion e Segno) che hanno concesso parte del terreno necessario» - ci spiega Lino Rizzardi, titolare con i figli dell’azienda Agricola San Romedio. Un intervento imponente di rilevante interesse pubblico che ha ottenuto il finanziamento europeo sul Fondo di Sviluppo Rurale (FSR) condiviso in parte anche con la Provincia. Questo per essere in linea con direttive ambientali particolarmente meritevoli che vanno dagli interventi selvicolturali di miglioramento strutturale alla realizzazione delle recinzioni tradizionali in legno e risanamento conservativo di quelle in pietra; dalla salvaguardia, ripristino e miglioramento della biodiversità al recupero di habitat tradizionali in fase regressiva.

Fiore all’occhiello è l’osservatorio faunistico antropologico con due laghetti da circa 2.000 mc per l’abbeveraggio di animali domestici e selvatici recuperando vecchie sorgenti, e che possono servire anche come riserva d’acqua in caso di incendio; la ricostruzione del villaggio paleolitico sul sito dei ritrovamenti archeologici del Museo trentino di scienze naturali e la possibilità di vedere un ricco campionario di fauna selvatica da con caprioli, lepri, volpi, tassi, cervi ed uccelli nella zona umida che verrà allestita al punto di arrivo in quota del vecchio impianto “Ancora” (da anni smantellato) con la consulenza di un biologo.













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