Omicidio Fausto Iob, da tracce sangue nessuna certezza: sconosciuta l’arma
Sentito dai giudici, il maresciallo del Ris ha confermato che nell'auto c'era il Dna della vittima, ma in tracce miste che comprendevano anche il profilo genotipico di Dallago e di una terza persona
TRENTO. È stato trovato sangue nell'auto dell'imputato, ma non è possibile stabilire a chi appartenga. Sentito come teste per oltre un'ora, il maresciallo del Ris che si è occupato delle verifiche di natura biologica ha confermato che nella Kia era presente il Dna della vittima, ma in tracce miste che comprendevano anche il profilo genotipico di David Dallago e di un terzo soggetto.
Il processo per la morte di Fausto Iob, il custode forestale trovato senza vita nel lago di Santa Giustina nel giugno 2022 con numerosi colpi alla nuca, è proseguito davanti alla Corte d'Assise. Come venerdì scorso, è stata un'udienza fiume durata oltre sei ore ed a ritmi serrati. L'imputato David Dallago, boscaiolo di professione, era presente in aula, seduto accanto all'avvocata Angelica Domenichelli con la quale ha scambiato qualche parola; protetto dalle telecamere dagli agenti della polizia penitenziaria, è apparso tranquillo, mai distratto, molto attento al dibattimento. Non è stata una udienza facile.
L'accusa e le parti civili da un lato, la difesa dall'altro hanno chiesto precisazioni tecniche e scientifiche su molti punti ai testi sentiti in aula, ossia esperti del Ris, il reparto investigazioni scientifiche dell'Arma, i carabinieri che hanno effettuato le indagini sull'omicidio, il medico legale consulente della procura. Quest'ultimo ha confermato la causa del decesso in "asfissia acuta da annegamento" e spiegato che sono almeno 18 i colpi alla testa che avrebbero tramortito e non ucciso Iob.
Il sangue sull'auto di Dallago.
Tracce contenenti materiale ematico con profili misti attribuiti all'imputato, alla vittima e ad almeno un terzo soggetto (potrebbe essere una donna, ma è rimasto ignoto) sono state trovate in due parti della Kia Picanto di David Dallago: sul tappetino di gomma del sedile posteriore destro e su un pezzo di stoffa (asportato dai Ris per ulteriori verifiche) del rivestimento del sedile del conducente, sullo schienale, nella parte posteriore destra. Il tessuto, in particolare, è stato sottoposto ad analisi approfondite in laboratorio. «Su tre prelievi, in uno solo è maggioritario il profilo genotipico di Iob» ha sostenuto il maresciallo.
«Sul reperto c'è materiale biologico, positivo al test per il sangue, ma non sappiamo a che persona è riconducibile, perché questa verifica non si può effettuare» ha detto l'esperto del Ris, che, incalzato dalle domande della difesa , ha precisato che le tracce biologiche possono derivare anche da uno starnuto. Tali tracce - ha aggiunto a precisa domanda - non sono databili, dunque non è possibile accertare se siano recenti. «In questo caso, con un profilo misto con 3-4 contributori (ossia con la presenza di profili di 3-4 individui, ndr), il sangue può essere anche di altri, non solo di Iob o di Dallago?» ha chiesto la difesa.
«Non si può escludere» è la risposta di uno degli esperti del Ris. Sono stati sottoposti ad analisi chimiche i tre detersivi con candeggina trovati nella disponibilità di Dallago: gli esperti del Ris hanno accertato che c'è una "compatibilità generica" dell'utilizzo di tali sostanze per la pulizia della maniglia esterna dell'auto.
I colpi sono almeno 18
«Esclusa l'ipotesi accidentale di precipitazione come causa del decesso, l'unica possibilità è legata ad un evento di natura omicidiaria» ha evidenziato il medico legale. Diciassette ferite con carattere di lesioni lacero contuse a livello del cuoio capelluto e una ferita al padiglione auricolare destro: sono almeno 18 i colpi rilevati sul corpo della vittima dal dottor Dario Raniero, medico legale presso l'Università di Verona, consulente della procura.
Il diciannovesimo potrebbe essere stato all'altezza della bocca. Colpi non mortali. «Con quel tipo di lacerazioni si può sopravvivere per qualche ora: non si tratta di lesioni immediatamente mortali, ma possono aver determinato una perdita di coscienza» ha specificato il medico. Inoltre i corpo presentava ecchimosi al labbro, la perdita di un incisivo, una frattura alla mascella e una frattura allo sterno.
La causa di morte è stata accertata in "asfissia acuta da annegamento", dato il ritrovamento di microalghe in numero significativo nei polmoni. «Il cadavere è stato per almeno 12 ore nell'acqua - ha aggiunto il consulente della procura - La morte è compatibile nel periodo compreso fra la tarda mattina del 3 giugno (questa l'ipotesi degli investigatori, ndr) e le prime ore del mattino del 5, dato che il corpo è stato trovato in acqua nel pomeriggio del 5».
Il corpo trascinato: i dubbi.
L'auto e il cellulare di Iob sono stati trovati nel bosco in località Banco di Sanzeno. Nelle vicinanze del cellulare gli investigatori hanno evidenziato la reazione del luminol: lì potrebbe essere stato aggredito Fausto Iob. Ma come è arrivato il suo corpo nel lago? Forse è stato trascinato? «Non ci sono elementi per poterlo sostenere con una certa credibilità, ma non lo escluso perché dipende dal suolo» ha detto il medico legale.
La difesa ha chiesto precisazioni, dato che le sponde del lago sono sassose. «Il trascinamento sui sassi è escluso» le parole del dottor Raniero, che ha risposto anche ad una domanda precisa della Corte: «Con 18 lesioni cutanee più una frattura al capo ritengo inverosimile che la vittima abbia fatto più di qualche passo. Sull'ipotesi di trascinamento sul telo, vero è che il telo risparmia il corpo dal subire ulteriori lesioni».
L'aggressione e l'arma ignota.
«Dalle lesioni sulla parte alta del corpo si può ipotizzare che l'aggressore sovrastasse la vittima, ma la vittima poteva essere seduta o in un pendio» ha spiegato il medico legale. Sulla nuca è stata rilevata una frattura cranica circolare di circa 4 centimetri. «L'arma era cilindrica e convessa - ha aggiunto il dottor Raniero - Fatico a trovare la compatibilità con il martelletto utilizzato dai custodi forestali. L'unica parte compatibile potrebbe essere il manico». Non sono state evidenziati lesioni da difesa, ad esempio sulle mani.
Celle telefoniche e l'uomo nel bosco
L'analisi forense sul cellulare di Fausto Iob ha evidenziato sia un sms alle 14.27 che risulta inviato e mai ricevuto nel pomeriggio del 3 giugno (il particolare era stato evidenziato nell'udienza precedente), sia un doppio cambio di cella telefonica legata al traffico dati, da quella di Caltron (compatibile con la presenza nel bosco di Banco) a quella di Revò, alle 17.31 e alle 18.33 del 3 giugno, per 666 secondi.
Come è stato evidenziato in aula dai carabinieri, può esserci un passaggio automatico da un ripetitore all'altro per sovraccarico, inoltre ci sono gestori che "preferiscono" agganciarsi ad un ripetitore anziché ad un altro. Come nel caso di un terzo uomo che per motivi di lavoro era a Banco di Sanzeno la mattina del 3 giugno, assieme a Fausto Iob. Il cellulare del soggetto agganciava una diversa cella ma ciò - ha spiegato un investigatore dell'Arma - non esclude che potesse trovarsi nella stessa area di Iob, la "zona 21" dove il custode forestale stava lavorando.