Niente soccorso nelle zone di orsi e lupi, gli ambientalisti contro De Col: “Follia. A discapito della sicurezza”
Il Coordinamento delle associazioni animaliste e ambientaliste trentine chiede le dimissioni del dirigente generale “per manifesta incompetenza sul tema”
TRENTO. Fa discutere la proposta del dirigente generale del Dipartimento di protezione civile, foreste e fauna della Provincia autonoma di Trento, Raffaele De Col, sul non prestare soccorso notturno a persone che si trovano in zona di orsi e lupi. A esprimere immediatamente la propria contrarietà il Coordinamento delle associazioni animaliste e ambientaliste trentine (Enpa, Lac, Lav, Legambiente, Lipu, Paneppaa, Wwf) in una nota, in cui vengono chieste le dimissioni del dirigente “per manifesta incompetenza sul tema”.
"In contesti di ricerca – spiega il coordinamento – con grande impegno di uomini e mezzi la fauna selvatica di qualsiasi specie si tiene molto distante da movimenti che percepisce come un pericolo: viceversa, donne e uomini del soccorso alpino quotidianamente mettono anche eroicamente a repentaglio le proprie vite per salvarne altre, in condizioni infinitamente più rischiose di quelle che la fugace presenza di orsi e lupi crea, a qualsiasi ora del giorno e della notte”.
Il messaggio prosegue: “Non mettiamo in dubbio le conoscenze di De Col in merito al funzionamento della Protezione Civile, ma se la gestione della fauna selvatica è da tempo ormai sotto la sua guida, ne chiediamo allora le dimissioni per palese incompetenza”.
Gli ambientalisti definiscono questa proposta “una assurdità” prima di tutto “per la sua inapplicabilità pratica”: “Quando inizia e finisce la notte? Se è nuvoloso e fa buio prima, in estate e in inverno? Che succede poi a chi fa i censimenti notturni della fauna selvatica? E a chi pratica la caccia al cinghiale in ore notturne? Per non parlare delle escursioni organizzate in notturna: anche queste attività verranno fermate? – concludono gli ambientalisti –. Bloccare tutto questo rappresenterebbe una utile soluzione solo a chi non aspetta altro che usare questi pretesti per fare propaganda sulle libertà delle persone e sulla pelle della fauna selvatica, per distrarre dalle proprie oggettive colpe: la mancata formazione ed informazione della popolazione è un fatto che dovrebbe essere affrontato di petto approvando un piano di comunicazione serio, e non perdendo tempo con futili proclami”.