Mobilità sanitaria, Emilia e Lombardia le più attrattive. In Trentino il 50% di prestazioni dal privato
La Provincia di Trento è in nona posizione con un saldo negativo di 3,7 milioni di euro
TRENTO. Quanto è attrattiva la sanità trentina? Lo rileva la Fondazione Gimbe nel suo studio sulla mobilità sanitaria interregionale in Italia, che ha raggiunto un valore di 3,33 miliardi di euro, con saldi estremamente variabili tra le Regioni del Nord e quelle del Sud. Il saldo è un dato che risulta dalla differenza tra mobilità attiva, ovvero l'attrazione di pazienti da altre Regioni, e quella passiva, cioè la migrazione sanitaria dalla Regione o dalla Provincia autonoma di residenza.
Le Regioni con saldo positivo rilevante sono Emilia-Romagna, Lombardia e Veneto. Segue, con saldo positivo moderato, il Molise. Quindi, con saldo positivo minimo, Toscana e Friuli.
In Trentino, dati 2020, si colloca al nono posto dietro l'Alto Adige: si registra un saldo negativo minimo della mobilità sanitaria pari a -3.786.793 di euro, pari a -7 euro pro capite. Il volume dell'erogazione di ricoveri e prestazioni specialistiche da parte di strutture private è ritenuto indicatore della presenza e della capacità attrattiva del privato accreditato e Trento è in 9/a posizione con le strutture private che erogano il 50,1% del valore totale della mobilità sanitaria attiva. I ricoveri ordinari e day hospital sono stati il 52% con il Trentino in 8/a posizione, mentre la percentuale sulla specialistica ambulatoriale è stata del 41,1% (media 49%), con la 7/a posizione a livello nazionale.
L'Alto Adige si colloca in 8/a posizione con un saldo negativo pro capite pari a -4 euro e si colloca in 21/a posizione con le strutture private che erogano il 3,4% del valore totale della mobilità sanitaria attiva regionale. In dettaglio: i ricoveri ordinari e day hospital sono stati il 2,7% (media Italia 53,5%) con la Provincia di Bolzano in 20/a posizione. Per la specialistica ambulatoriale la percentuale è del 5,6% (media Italia 49%), anche qui 20/a posizione.