Miss Italia, a Bressanone è scontro sull’evento tra opposizione e organizzatori
Verdi e Team K all’attacco: «Non servono passerelle di bellezza ma autonomia economica e libertà di scelta». La replica: «Siete voi a svilire l’immagine della donna». Domenica a Bressanone la finale di Miss Trentino Alto Adige, l'ultima in città
BRESSANONE. Anche quest’anno, Bressanone ospita la finale regionale del concorso Miss Italia, prevista domenica in piazza Duomo, e anticipata dalle osservazioni critiche avanzate da consigliere e consiglieri di Team Ke Alternativa Ecosociale - Aes. Sarà l'ultima edizione in città.
"In un momento in cui tante donne vengono uccise e la tolleranza e la diversità dovrebbero essere enfatizzate in ogni aspetto, riteniamo che il concorso di Miss Italia sia un evento superato e culturalmente dannoso - scrivono Barbara Wielander, Markus Frei e Verena Stenico della lista Aes, Elisabeth Fulterer, Sabine Mahlknecht e Verena Waldboth del Team K - Trasmette un’immagine delle donne ormai superata e irrealistica, che non riflette affatto la diversità e l’individualità delle persone. I canoni qualitativi diventano anche valori morali, aderire ad un determinato standard fa sì che si attribuisca all’estetica l’unico valore alla donna”.
“Le donne - proseguono consigliere e consiglieri di minoranza - non hanno bisogno di passerelle di bellezza ma di autonomia economica e libertà di scelta. Alla luce di questi aspetti, riteniamo inopportuno organizzare questo concorso di bellezza a Bressanone. Ci rivolgiamo ai responsabili affinché non sostengano e non organizzino più il concorso di Miss Italia nei prossimi anni”
"La presa di posizione di Wielander, Frei, Stenico, Fulterer, Mahlknecht e Waldboth - è la replica di Patrizia Mirigliani, patron del concorso - contrasta con la realtà e cerca di porre limitazioni alla libertà delle donne. Miss Italia, invece, le valorizza e le pone in una condizione privilegiata, quella di poter aspirare alla realizzazione di un sogno con entusiasmo e coraggio, sentendosi uniche e belle”.
“Innumerevoli - prosegue Mirigliani - sono le donne del concorso che portano sul loro capo la corona della dignità, creando l’immagine della donna emancipata che combatte per la propria indipendenza. Una di queste è l’agente di Miss Italia Sonia Leonardi, la quale, da Miss Trentino Alto Adige, è diventata negli anni un’affermata imprenditrice e organizza le selezioni del concorso in Trentino Alto Adige. Invece di creare inutili polemiche nel vano tentativo di raccogliere qualche consenso - continua Mirigliani - sarebbe bene chiedersi che cosa si stia facendo oggi, in maniera concreta, per le donne. Come al solito, nulla. Nelle 400 selezioni organizzate ogni anno dal concorso Miss Italia si sviluppano temi etici, sociali, giuridici, culturali e ambientali, anche in collaborazione con istituzioni quali il Codacons. Questo concorso è un grande osservatorio sul mondo femminile ed è uno spaccato della nostra società. Non siamo noi superati dai tempi, ma lo sono quei preconcetti legati a stereotipi pericolosi e dannosi per le donne che, purtroppo, ancora resistono”.
“Quello che più mi amareggia - interviene Sonia Leonardi - è come con messaggi come questi (di Aes e Team K, ndr), venga svilita l’immagine della donna. La nostra filosofia è inclusione, coraggio, accettare le diversità e non omologarsi. Abbiamo tolto le misure, l’altezza e le taglie da moltissimi anni. Ragazze con diversità e/o disabilità si sono messe in gioco e hanno trovato quel coraggio di accettarsi che in altre occasioni era stato loro negato. Molte sono le loro storie che raccontano di come, attraverso la partecipazione ai nostri eventi, abbiano ritrovato la forza per uscire da momenti difficili, fatti di violenze fisiche e psicologiche, di malattie legate a disturbi alimentari e salute mentale, e di bullismo”. “Le ragazze di oggi - conclude Leonardi - sono consapevoli delle loro scelte e osannano la loro autodeterminazione. Se l’immagine della Bella e Frivola che istiga alla violenza per la sua femminilità è ancora nella testa di qualcuno, credo che si abbia ragione a pensare che siano rimasti indietro. Chi è dalla parte delle donne le sostiene, non le giudica e non le mette all’angolo”.