la tragedia

“Matildina” Lorenzi è tornata nella sua Valgioie: sul feretro angeli e la foto della giovanissima sciatrice

Il papà: «Orgogliosi di lei». Il ricordo: «La tua anima sarà una nuova stella, che illuminerà in eterno i nostri cuori»

CHI ERA L’amore per lo sci e la montagna, gli inizi al Sestriere, il sogno della Nazionale
IL PAPA' «Tutelare i ragazzi che sciano e tenere in vita ricordo di Mati»
LA SORELLA «Ci ha lasciato, un dolore immenso»
LA CAMPIONESSA Post di Sofia Goggia: «Una preghiera». Il cordoglio di Meloni

LA NOTIZIA Morta Matilde Lorenzi, mondo dello sci sotto shock
L'INCIDENTE Ha perso il controllo degli sci
IL CORPO SPORTIVO Matilde Lorenzi era un’alpina



VALGIOIE (TORINO). "Matildina" in pista, proprio in una delle gare vinte lo scorso anno: è questa la foto scelta per ricordare la giovanissima atleta scomparsa, corredata da una banda azzurra e un cuore. È posata sulle bara di Matilde Lorenzi, la sciatrice della Nazionale juniores morta a 19 anni, che sarebbero stati 20 il 15 novembre. È nella parrocchia della sua Valgioie, dove è nata, sui tornanti che portano alla Sacra di San Michele, dove la Val Sangone si apre dalla Val di Susa.

Sul feretro sono poggiati angeli bianchi, in gruppo, soli. Sono sparsi. C'è anche una rosa rossa e, accanto, altri mazzi di rose rosse e rose bianche screziate di rosso. La sua foto ricordo, quella che chi piange la sua morte può portare con sé, è quella del suo profilo, con lo sfondo di un tramonto infuocato tra le sue montagne.

Il silenzio e gli abbracci dei suoi cari e dei suoi amici la circondano. Dietro la foto ricordo una promessa: "La tua anima sarà una nuova stella, che brillerà di una luce intensa, tale da illuminare in eterno i nostri cuori".

"Siamo orgogliosi di lei". Papà Adolfo lo dice appena fuori dalla camera ardente. Mamma Elena è nella piccola chiesa del paese, abbracciata dagli altri figli e dai tanti amici e della gente del posto e dice quanto "è lei" la sua Matilde nella foto in pista, messa nella camera ardente.

"Avremo bisogno di tutti" ripete il padre e viene spontaneo pensare al dolore di un genitore. Sono lui e la moglie invece a trovare una parola di speranza e di futuro con chiunque si avvicini. "Abbiamo il progetto di ricerca per la sicurezza in pista da portare avanti - dice il padre a tutti -. Siamo tanti, c'è la faremo e bene, altrimenti Matilde ci sgrida. Era una precisa lei. Siamo già andati da un notaio, abbiamo la Federazione che ci mette a disposizione l'ufficio legale. Presto faremo sapere come raccoglieremo i fondi. Abbiamo bisogno di singoli e di aziende".













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