Vittima della paura del virus anche il ristorante Hua Xing
Mezzolombardo. «Chiusi per emergenza». Anche il ristorante cinese di Mezzolombardo – nel centralissimo corso Mazzini – si è arreso al Coronavirus. Ovviamente non c’entra nulla la malattia in sé, ma...
Mezzolombardo. «Chiusi per emergenza». Anche il ristorante cinese di Mezzolombardo – nel centralissimo corso Mazzini – si è arreso al Coronavirus. Ovviamente non c’entra nulla la malattia in sé, ma la paura dei clienti che si indirizza, un po’ ovunque, verso la comunità cinese. Anche quando non c’è nessuna rilevanza scientifica a riguardo. Girando nei ristoranti di Trento, le presenze sono calate ormai da più di un mese, da quando si sono diffuse le notizie da Wuhan e dallo Hubei. Fra l’altro senza troppe distinzioni fra chi ha forti contatti con la Cina e chi ormai è solo un trentino d’adozione, con l’Oriente che viene visto solo sulla cartina geografica. Poi però, come noto, anche l’Italia ha iniziato a fare i conti con l’epidemia. E allora le preoccupazioni già diffuse in un certo senso si sono ampliate. E hanno avuto un riflesso anche in Rotaliana.
Così a Mezzolombardo la decisione è stata drastica: si chiude tutto, almeno temporaneamente, in attesa di tempi migliori. Mantenere il ristorante aperto, ma senza clienti, sarebbe stato persino anti-economico. Sulla vetrina dello Hua Xing – si può rendere in italiano come “stella della Cina” ed è il nome del ristorante – è comparsa una scritta, con lo sfondo nero come a indicare un lutto: «A causa degli ultimi eventi il nostro locale ha deciso di prendere una pausa di due settimane. Scusate per gli eventuali disagi». Il ristorante ha chiuso giovedì 27 febbraio. Il primo caso italiano – quello dell’uomo di Codogno – si era saputo sei giorni prima. Al momento, la chiusura è prevista fino al 12 marzo. Poi si vedrà. Se le cose non cambieranno – fanno sapere dallo staff del ristorante – c’è anche la possibilità di estendere la chiusura di altre due settimane. Tutte le informazioni saranno condivise su Facebook.
Il ristorante chiuso a Mezzolombardo è insomma l’evidenza delle conseguenze che può avere l’epidemia in corso, non solo dal punto di vista sanitario, ma anche (o soprattutto) economico. Anche nei piccoli contesti di paese. Marcello Tavio, direttore del reparto “Malattie infettive emergenti” a Ancona, ieri, in un’intervista al Sole 24 Ore spiegava che «è sconsigliabile rinunciare ai benefici della socialità se non c’è bisogno. Le stoviglie usate nei bar o nei ristoranti sono generalmente sottoposte a un lavaggio accurato». E comunque questo virus non si trasmette mai per via alimentare. Al momento, in Trentino – con le normali precauzioni del caso – non c’è nessun motivo per rinunciare a una cena in un ristorante, tanto meno in un ristorante cinese. D.E.