Vallelaghi, “Retrospettive” sulle coop

VALLE DEI LAGHI. È uscito il numero estivo di “Retrospettive”, la rivista dell’omonima Associazione culturale, che dal 1988 fa della ricerca storica locale per lo più inedita il suo fiore all’occhiell...



VALLE DEI LAGHI. È uscito il numero estivo di “Retrospettive”, la rivista dell’omonima Associazione culturale, che dal 1988 fa della ricerca storica locale per lo più inedita il suo fiore all’occhiello. Più che di una miscellanea di argomenti diversi l’ultimo numero ha carattere monografico, presentando alcuni articoli riguardanti il movimento della cooperazione in valle dei Laghi, prendendo spunto da alcune società cooperative, che nei vari settori produttivi hanno dato un’impronta fondamentale all’economia valligiana. Si è partiti dal contesto socio-politico degli anni precedenti allo scoppio della Grande Guerra alle prese con una rissosità non solo giornalistica, ma addirittura popolare, fra clericali ed anticlericali soprattutto in occasione delle elezioni politiche del 1911, che videro scendere in campo anche alcuni rappresentanti locali: Albino Tonelli di Vezzano (popolare), Luigi Chinatti (“bosettiano”) e il baron Ciani Bassetti (liberale) entrambi di Lasino. Si è dato spazio alla “Vivai Cooperativi di Padergnone”, società leader nella produzione delle barbatelle, che aveva fatto tesoro della fondamentale fase di sperimentazione nella lotta antifilosserica del Consorzio Agrario Distrettuale di Vezzano e da alcuni co0ntadini di Padergnone. Quindi un flash sulle cooperative di consumo, dando spazio alla Famiglia Cooperativa di Ranzo, una delle prime ad essere fondata nel 1894. Interessante anche la breve storia del panificio consorziale di Lasino, realizzato fra i comuni della valle di Cavedine (Calavino, Lasino e Cavedine) nel 1906, che aveva goduto del finanziamento statale antipellagra per contrastare assieme ad altre attività la diffusione della malattia.

Immancabili poi le due rubriche fisse della “Rivista”: quella sulla ricostruzione delle famiglie in valle dei Laghi attraverso i cognomi (in questo numero: Agostini, Baceda, Banal, Berti, Bonetti, Bortolotti, Fabbro, Giovannon, Mazzonelli e Merlo); e l’altra, riguardante la sezione museale di Retrospettive del Museo della “Dòna de ‘sti ani”: ha riguardato l’attività laboratoriale prodotta con la scuola secondaria di 1°grado di Cavedine (prof.sse Cerutti e Meazzi). Infine un cenno anche a don Felice Vogt, curato di Castel Madruzzo ininterrottamente per 58 anni, che è stato uno dei ricercatori più significativi per l’archeologia e la storia della valle di Cavedine, fra l’altro accademico degli Agiati di Rovereto. (m.b.)













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