Turismo, la parola chiave per il futuro è sostenibilità
Il progetto. Alle famiglie dell’altipiano recapitato un libretto che riassume i risultati emersi finora da “Dolomiti Paganella Future Lab”. Il cambiamento climatico? Può essere un’opportunità
Paganella. Ripensare radicalmente all’accessibilità e alla mobilità per migliorare la vivibilità dell’altopiano. È questa una delle indicazioni più importanti emerse dai risultati intermedi del progetto “Dolomiti Paganella Future Lab”, il laboratorio nato nell’ottobre 2019 per immaginare il futuro del turismo sull’altopiano della Paganella da qui ai prossimi 30 anni.
Proprio nei giorni scorsi le famiglie dell’altopiano hanno ricevuto direttamente a casa un volumetto riassuntivo dei risultati emersi ad oggi dalla ricerca, con l’invito di rispondere a un veloce questionario on line che servirà per compiere ulteriori passi nel progetto che rappresenta una novità in Italia e che fa del metodo partecipativo uno dei suoi punti di forza.
Dolomiti Paganella Future Lab è infatti un’iniziativa, come si sul dire, nata dal basso, dove a costruire il proprio futuro sono direttamente gli amministratori e operatori locali, i residenti e i turisti, in un vero e proprio gioco di squadra, dove a fare da coach è l’Apt Dolomiti Paganella, coadiuvata da un pool di esperti anche internazionali.
In questo anno di lavoro, che ha assunto un’ulteriore valenza con i cambiamenti sociali causati dal Covid-19, sono stati realizzati diversi workshop, sondaggi e questionari, dai quali sono emersi in riferimento ai quattro temi principali del progetto (DNA della destinazione, nuove generazioni, cambiamenti climatici e turismo in equilibrio) alcune indicazioni fondamentali per il futuro dell’altopiano.
Per quanto riguarda il DNA del territorio, la ricerca ha riconfermato la forte trazione turistica di quest’ultimo, con natura, servizi per famiglie e attività outdoor che continuano ad essere al centro della proposta di valore. Tuttavia questa identità territoriale rischia di plasmarsi sulle necessità dell’ospite, sacrificando talvolta la qualità di vita dei residenti.
Da qui la necessità di ri-bilanciare il turismo, trovando un equilibrio tra quantità e qualità, tra sviluppo e tutela ambientale, tra le esigenze degli ospiti e quelle dei residenti.
Per le nuove generazioni le risposte date dai giovani hanno fatto emergere, peraltro, una forte esigenza di creare le condizioni per un passaggio generazionale, per una prospettiva di un loro maggiore coinvolgimento nelle scelte che riguardano il futuro della comunità.
Altro punto focale di quanto segnalato dallo studio è la forte consapevolezza che il cambiamento climatico modificherà il turismo, ma non necessariamente in peggio, anzi, aprendo nuove opportunità, come l’allungamento delle stagioni e la creazione di nuove esperienze. I turisti sono già pronti in questo senso: dalle loro risposte è emerso un grande interesse per una vacanza sostenibile e la disponibilità a modificare i propri comportamenti per ridurre gli impatti negativi della loro presenza, migliorando così la vita anche per i residenti, circa 5.000, contro gli oltre 2.000.000 di ospiti del 2019.
Per riportare il turismo in equilibrio occorre quindi puntare sulla qualità e non sulla quantità dello stesso, ripensando radicalmente i sistemi di mobilità turistica (come raggiungere l’altopiano, dove parcheggiare, come attraversare i paesi, come spostarsi tra gli stessi).