«Tagliato l’abete che abbracciava l’enorme betulla»
Cembra. Vigilio Valentini, ex sindaco di Lona Lases e indomito sostenitore della battaglia contro i lavori di riqualificazione dell’area attorno al Lago Santo in Val di Cembra, segnala la scomparsa,...
Cembra. Vigilio Valentini, ex sindaco di Lona Lases e indomito sostenitore della battaglia contro i lavori di riqualificazione dell’area attorno al Lago Santo in Val di Cembra, segnala la scomparsa, proprio a causa dei lavori, di un “unicum” naturale. «A circa 50 metri a nord dello scarico del Lago Santo - scrive - c’era un maestoso abete, con i rami che toccavano terra e avvinghiato ad una enorme betulla. Sembravano due innamorati teneramente abbracciati. I rami della betulla compenetravano fra i rami dell’abete e si sostenevano a vicenda come per difendersi da sempre possibili uragani o dalla violenza devastante dell’uomo. Era un angolo incantato, un unicum, che nella mia vita di 75 anni, di amante dei bosco e della montagna non ho mai visto. Un intreccio naturale che sfugge a molte persone distratte e non attente alle nicchie ecologiche che si possono incontrare quando ci si immerge nei boschi del nostro bel Trentino».
«Nel giorno della 24 h Run molti si sono accorti che sul retro del tronco c’era impressa “la condanna a morte”, il martello della forestale. Si sperava che si fossero sbagliati, visto e rilevato che l’abete era vicino alla betulla in una zona defilata che non poteva dare fastidio a nessuno. Una speranza illusoria, perché è arrivato non “l’uomo sapiens”, ma “l’omo barbaro” con la motosega che a posto fine a quel mortale abbraccio, così come gli oltre 20 abeti tagliati nei giorni precedenti».
«Quali possono essere le motivazioni di tale incomprensibile atto? - chiede Valentini-. Ce lo dovrebbe dire il Servizio Foreste e Fauna della Provincia o il Sindaco di Cembra. Hanno trovato un escamotage, utilizzando impropriamente la formula del “cambio di coltura”? Una persona che ha operato nella Forestale per oltre 30 anni mi ha fatto rilevare che quell’ abete sito al margine di quell’area prativa del lago non doveva essere tagliato perché aveva una funzione importante di protezione per le piante retrostanti in caso di forti venti come Vaia». «Walter Micheli ex vicepresidente della Provincia di Trento, il padre del P.U.P. , dei parchi e dei biotopi se potesse, uscirebbe dalla sua tomba per tirare le orecchie a tutte quelle persone che progettano ed autorizzano tali incomprensibili devastazioni ambientali. Non basta solo indignarsi, perché è venuto il momento di reagire contro la logica e la politica dei laghi artificiali. Invito chi concorda con queste riflessioni, a manifestare concretamente la propria indignazione, affinché - conclude Valentini - non abbiano più a succedere simili atti di violenza contro l’ambiente e la natura».