Sul tetto dell’ex Equipe 5 restano tegole e alluminio 

Mezzolombardo, il consiglio comunale ha approvato la deroga urbanistica  Rossi (Pd): «Regole più flessibili anche per i cittadini». Girardi: «Sono d’accordo»


di Anna Tava


MEZZOLOMBARDO. Il consiglio comunale di martedì è stato convocato per discutere e decidere su un unico punto: la deroga al progetto della nuova biblioteca nel palazzo ex Equipe 5, riguardante la copertura della sala conferenze.

L’assessore Alessio Kaisermann ha spiegato che attualmente la copertura è a due falde, una con copertura in tegole e l’altra in lamiera di alluminio; per il rinnovo si vorrebbe ricostituire questa stessa situazione, con in più l’isolamento. Un’altra soluzione, cioè mettere le tegole al posto della lamiera, come impone il Piano urbanistico per i centri storici, non è possibile a causa della pendenza che impedirebbe la stabilità delle tegole. «Ma riproponendo la copertura in alluminio si incorre in un vincolo paesaggistico che esclude per gli edifici del centro storico l’utilizzo di lamiere. Da qui l’inghippo: si vuole rifarlo com’era in origine, ma ciò sarebbe fuorilegge». Per questo la questione è stata portata in consiglio, al quale era richiesto di decidere pro o contro la deroga per l’uso del materiale “proibito”. Tutti i consiglieri hanno votato a favore considerando che il ripristino dell’esistente fosse la soluzione migliore e riconoscendo che, a volte, i regolamenti edilizi sono troppo restrittivi.

Prima del voto, Luigi Rossi, consigliere del Pd, ha chiesto un impegno formale della Giunta ad inserire nel prossimo Prg una nota di discrezionalità che permetta anche ai privati, che si trovassero in condizioni simili, di poter chiedere una valutazione particolare. Al momento, infatti, la deroga è possibile solo per pubblica utilità, quindi solo per le istituzioni e non per i cittadini. «Ho in mente alcuni casi come questo, che chiamano in causa il buon senso, ma i privati non hanno avuto alcuna possibilità di rimedio» ha spiegato Rossi. Il sindaco Christian Girardi è stato concorde, confermando che il problema esiste e che si tratta di un “buco normativo” che produce situazioni strane come quella trattata. «Anche i cittadini dovrebbero avere la possibilità, in alcuni casi particolari, di presentare istanza per una valutazione caso per caso da parte della Commissione edilizia. Mi impegno quindi a trovare i modi per dare questa opportunità anche ai privati». Ha poi sottolineato che la condivisibile volontà di tutelare il paesaggio e le caratteristiche dei centri storici ha portato a una estrema rigidità dei regolamenti edilizi, che non considera le variabili che invece le vecchie costruzioni possono presentare.

Le procedure per l’appalto dei lavori per la nuova biblioteca possono ora procedere, l’intento è di affidare l’incarico entro l’anno e di veder conclusa l’opera nel 2019.













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