calavino 

Riapre il bar in piazza Madruzzo 

Lo gestiscono, dopo averlo ristrutturato, Oscar e Simona Munoz  



CALAVINO. Da ieri c’è un’importante novità a Calavino: dopo 8 mesi di chiusura, il “Bar Ricci” nella centrale piazza Madruzzo ieri è stato riaperto, diventando nuovamente punto d’incontro e di aggregazione paesana. Un fatto salutato con vivo apprezzamento dalla comunità. Il mitico Bruno, che aveva gestito l’esercizio pubblico per un ventennio, aveva abbassato le serrande il 31 dicembre del 1917 ed ora, dopo mesi di lavoro con una sostanziale ristrutturazione dei locali, messi completamente a norma, compreso il giardinetto interno, è iniziata l’“avventura” della nuova gestione di Oscar Munoz e della moglie Simona Di Dio. Una coppia con due figlie, che da 5 anni abita in paese e che è subito entrata in sintonia con la gente del posto, integrandosi nelle varie attività locali. Titolare di una ditta artigiana di lattoneria (che comunque continuerà a portare avanti) e un paio d’anni di scuola alberghiera sulle spalle, lui; laureata in ingegneria industriale alimentare lei, ecco che i coniugi Munoz sono riusciti a coronare il sogno di poter gestire in proprio un esercizio pubblico. In effetti, al di là del noto ristorante “Da Cipriano”, con una clientela proveniente da tutta la provincia, si sentiva l’esigenza dell’ormai insostituibile presenza del bar di paese, che come punto di riferimento trasversale a tutte le età nelle varie ore della giornata sviluppa quell’animazione che rivitalizza il centro abitato. Ma non solo. Perché a pochi passi corre la strada provinciale della valle di Cavedine con la fermata delle corriere ed il bar diventa quindi una “tappa” irrinunciabile per i pendolari da e verso la città, nonché come punto di partenza e di arrivo delle goderecce “trasferte giovanili” nei fine settimana.

Non va infine dimenticato che i due esercizi pubblici di Calavino stanno portando avanti una quasi secolare tradizione nel settore della ristorazione: infatti il ristorante “Da Cipriano” continua l’attività dell’Albergo alla Posta, portato avanti dal nonno dell’attuale titolare e il “Bar Ricci” continua l’esercizio dell’omonima osteria, che offriva tutta una serie di servizi sia per gli ospiti che per i passatempi dei paesani. (m.b.)













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