Piscina chiusa a Lavis: i tanti perché a confronto 

Ristrutturazione a rilento. La progettazione fa un passo avanti, ma c’è delusione in paese  Ceccato: «La giunta deve rispettare i tempi». Il vicesindaco Paolazzi: «Individuati i progettisti»


DANIELE ERLER


Lavis. Per il secondo anno consecutivo, la piscina comunale di Lavis rimarrà chiusa anche quest’estate. Nel frattempo la progettazione di un nuovo impianto fa un passo in avanti, in vista del confronto concorrenziale sul progettista per la fase definitiva ed esecutiva. A metà giugno ci sarà l’apertura delle buste e quindi l’eventuale affidamento dell’incarico. Ma il preliminare era stato approvato ancora un anno fa. Come mai si va avanti così a rilento? E soprattutto la piscina non poteva intanto rimanere aperta? Sulla questione i punti di vista sono diversi fra maggioranza e opposizione. Il Trentino ha sentito il vicesindaco Luca Paolazzi e per l’opposizione la capogruppo della Lega Monica Ceccato. Per stimolare la discussione su un tema che tanto interessa i lavisani.

Un anno perso?

«Cosa sia successo nell’ultimo anno noi non lo sappiamo, perché non siamo stati più coinvolti – dice Monica Ceccato –. Per questo stiamo preparando un documento per chiedere che l’amministrazione si impegni a rispettare tempi certi. Vogliamo capire perché è passato tutto questo tempo. Anche perché da più di un mese il consiglio comunale non viene convocato, siamo stanchi di non essere coinvolti nelle scelte». «Il nuovo bilancio è stato approvato a fine marzo: era un passaggio necessario per avere i fondi per la progettazione definitiva – dice Luca Paolazzi –. Da allora sono passati un paio di mesi per altre priorità non derogabili, come la scuola di Pressano. Ora però c’è un passo in avanti importante: vogliamo arrivare a fine settembre con il progetto definitivo. Ma non abbiamo perso un anno. Ci siamo confrontati con l’Università di Trento per capire i criteri migliori per la ricerca del tecnico. Abbiamo poi sondato l’interesse per la progettazione, individuando 15 professionisti che hanno già progettato altre piscine in passato. Anche noi speravamo in tempi più rapidi: come sempre, per qualsiasi intervento comunale. Ma intanto non siamo stati fermi, abbiamo fatto continui passi in avanti».

La piscina chiusa

La piscina intanto rimane chiusa. «Siamo i primi ad essere dispiaciuti per questa situazione e sicuramente la chiusura è stata una scelta impopolare – spiega Paolazzi –. Sul piatto c’era però la sicurezza. Stiamo parlando di una piscina vecchia, costruita ancora negli anni Sessanta dall’oratorio. C’erano inefficienze energetiche e non rispettava gli standard previsti per la sicurezza, come ci è stato confermato durante la progettazione preliminare. Per il bene dei nostri cittadini, e dei più piccoli in particolare, andava chiusa. C’è poi una questione economica: ogni anno venivano spese decine di migliaia di euro per tamponare i problemi senza risolverli». «Noi non capiamo allora perché in passato la piscina abbia continuato ad aprire: i problemi di sicurezza si sono presentati tutti all’improvviso? – chiede Ceccato –. Noi crediamo che sia stato tolto uno spazio alle famiglie che nel frattempo poteva continuare ad essere utilizzato». Ceccato contesta anche le idee progettuali: «Pensiamo che si sarebbe dovuto trovare uno spazio diverso, lontano dal centro, per fare un lido vero e proprio. Inoltre nel preliminare si parla di vasche profonde 60 centimetri e un metro e venti: pensiamo siano inadatte per i ragazzi. Diventerà un posto di nicchia». «A nord di Lavis ci sono comuni che cercano da decenni un posto dove realizzare un lido, senza riuscirci – conclude Paolazzi –. Noi abbiamo la fortuna di avere una piscina nel cuore del paese e va valorizzata. La profondità delle vasche potrà essere rivista nelle prossime fasi della progettazione».













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