Per cinquant’anni la tramvia ha attraversato e diviso il paese
LAVIS. C’è ancora chi se lo ricorda, e per gli altri a testimoniarlo ci sono ora le foto appese ai muri della nuova stazione: un tempo la Trento-Malé attraversava il paese. Percorreva il ponte di...
LAVIS. C’è ancora chi se lo ricorda, e per gli altri a testimoniarlo ci sono ora le foto appese ai muri della nuova stazione: un tempo la Trento-Malé attraversava il paese. Percorreva il ponte di ferro sull’Avisio, e poi giù lungo via 4 novembre, con la stazione che era alla piazza del tram, l’attuale piazza del mercato. E poi giù ancora, nello stretto condotto di via Zanella, dove il capotreno doveva scendere e verificare a piedi che non ci fossero incidenti. Poi correva lungo il centro, costeggiava il monumento di don Grazioli e usciva dal paese dopo aver percorso via Clementi. È stato questo il percorso della tramvia a Lavis, dal 14 settembre 1909 e fino alla fine degli anni Cinquanta. Il 14 aprile 1957 entrò in funzione il nuovo tratto Lamar-Lavis-Pressano: la ferrovia fu spostata dal centro del paese e i treni iniziarono a correre sui binari accanto alla nazionale, dove fu costruita una nuova stazione. Solo che nel frattempo il paese si è ingrandito: con il boom economico, nella parte ovest di Lavis, è sorta anche una zona industriale, fra le più importanti del Trentino. Insomma, ancora una volta, quei binari sono diventati una barriera, fisica e simbolica, a dividere in due il paese.
A metà degli anni Ottanta si iniziò a parlare a Lavis dell’importanza di investire sul trasporto pubblico, solo che allora i passaggi a livello erano 7, e per il paese il tempo perso in attesa alle stanghe era diventato una sorta di incubo. La svolta arrivò a metà degli anni Novanta, quando la Provincia iniziò a progettare la bretella Trento nord – Rocchetta. La nuova strada, all’altezza di Zambana, doveva superare l’ostacolo dei binari: dopo varie idee, si decise di interrare quei binari, costruendo proprio a Zambana una nuova stazione sotto terra (inaugurata nel 2007). Lavis fece capire alla Provincia l’importanza di un secondo lotto, quello che avrebbe portato all’interramento di altri 800 metri di ferrovia, fino all’Avisio, ancora con una nuova stazione, la terza nella storia di Lavis. È un progetto nato allora, approvato dalla giunta provinciale nel 1997 e realizzato solo ieri. All’inaugurazione c’era anche Graziano Tomasin, ai tempi sindaco di Lavis: «Per me è una soddisfazione – dice – credo sia un passo nella direzione giusta: è importante certo lo sviluppo sociale ed economico del paese, ma ciò che conta ancora di più è l’investimento per la mobilità». (d.e.)