Padre Aldo Chisté e il Sudafrica, 52 anni di missione 

Vezzano. Martedì in canonica si è tenuto un incontro con padre Aldo Chistè, comboniano, originario di Pietramurata, missionario in Sudafrica dall’aprile del 1967. In questo Paese, in varie località e...



Vezzano. Martedì in canonica si è tenuto un incontro con padre Aldo Chistè, comboniano, originario di Pietramurata, missionario in Sudafrica dall’aprile del 1967. In questo Paese, in varie località e regioni, ha svolto la sua opera “di evangelizzazione, di fratellanza, di vicinanza agli ultimi e a chi era in stato di bisogno”. L’appuntamento è iniziato con un momento di preghiera ed il ricordo di un altro missionario comboniano, padre Efrem Angelini, deceduto il 23 giugno scorso, all’età di 99 anni, a Castel d’Azzano (Verona).

Padre Aldo ha messo in risalto «l’importanza di una chiesa missionaria (il sogno di papa Francesco) e la sua volontà di essere missionario». Tutto ciò è confermato dal fatto che, a 89 anni (ben portati), ritornerà, già domenica, nella sua parrocchia in Sudafrica, in una comunità formata da 20 paesi e da circa 50 mila persone, poche della quali di religione cattolica. Alla domenica celebra le messe, durante la settimana visita e “sta vicino” agli ammalati e agli anziani. Nella sua lunga permanenza in Sudafrica padre Chistè è stato testimone dell’apartheid e dell’impegno di Nelson Mandela per riconoscere uguaglianza e libertà a tutte le etnie. «Nel lavoro - ha affermato il comboniano - la donna è ora preferita all’uomo, il nero al bianco. I bianchi in condizioni economiche non soddisfacenti emigrano in Australia, Nuova Zelanda, Canada. In Sudafrica arrivano invece tanti immigrati provenienti da Somalia, Mozambico, Etiopia, Nigeria, Pakistan, Bangladesh, non sempre ben accettati dai residenti. Tra le malattie - ha concluso - è molto diffuso il diabete». E.Z.













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