Nei terreni di Trebi e Pozze sta per arrivare l’acqua 

Cavedine. Da un mese si lavora al nuovo impianto irriguo per il quale il Cmf si sta impegnando da otto anni. Rispetto al progetto originario la superficie interessata si è quasi dimezzata


Mariano Bosetti


Cavedine. Da un mese a questa parte sono partiti finalmente i lavori per la realizzazione dell’impianto irriguo del Consorzio di miglioramento fondiario Trebi/Pozze, sul versante collinare che scende verso il lago di Cavedine, nei territori comunali di Cavedine e Madruzzo. La ditta Tecno-Impianti Paternoster di Predaia (attuale capofila dell'Ati a seguito di modifica della stessa), sta operando in località Pozze, nel comune di Madruzzo, e per il momento le lavorazioni consistono nella posa a margine della strada delle tubazioni e la saldatura delle stesse. Gli scavi e la posa dei tubi lungo la strada di San Siro (arteria di collegamento fra Lasino e Pergolese) dovranno essere rimandati ad ultimazione dei lavori della fognatura di Pergolese in quanto non è possibile in questo periodo chiudere al transito tale strada.

Più a sud la ditta F.lli Pedrotti, che è ora subappaltatrice incaricata dall'Ati, sta lavorando in località Greggi/Polsa (Capitel de Prussia o del Diaol), dove è stata rilasciata ordinanza per chiusura strada dei Monti di Cavedine, per lo scavo e la posa dei tubi.

L’opera, partita ancora nel 2012, ha incontrato tutta una serie di intoppi, di cui l’ultimo emerso nell’assemblea di quasi un anno fa, e dovuto al fatto che il direttore lavori ingegner Raia aveva evidenziato che il progetto non aveva tenuto conto delle opere propedeutiche al funzionamento dell’impianto quali la stazione di filtraggio, la stazione di sollevamento, la cabina elettrica e l’acquisto dell’area per la realizzazione delle stesse per una spesa complessiva di oltre 800.000 euro, di cui 464.518 per lavori. Lavori ritenuti indispensabili per il buon funzionamento della nuova rete di irrigazione, che come conseguenza hanno ridotto l’importo a disposizione per la realizzazione dell’impianto (condotte, tubazioni, ecc. …). Pertanto per rimanere nella spesa di progetto si è determinata una sostanziale diminuzione della superficie irrigata dai 92 ettari previsti dal progetto originario ai 48,46 ettari dell’attuale variante.

Ci sono stati infine degli ulteriori adempimenti burocratici, relativi all’espressione della dimostrazione di interesse dei soci che con 67 voti favorevoli (equivalenti a una superficie di 195,179) hanno dato l’assenso formale all’esecuzione dei lavori e alla revisione del progetto. Dopo di che si è reso necessario l’invio a tutti i soci di una seconda lettera a sottolineare l’importanza della decisione condivisa e partecipata e la prevalenza dell’interesse generale del consorzio rispetto al singolo socio, e nella quale veniva data indicazione di come comunicare la rinuncia al costituendo impianto irriguo. Le rinunce pervenute al Cmf entro la data stabilita sono state 34 per una superficie di 11,632 ettari di terreni coltivati e boscati. Infine nell’assemblea generale del 18 febbraio scorso è stata ratificata la delibera dell’assemblea zonale. L’esplosione della pandemia ha determinato lo spostamento all’autunno dell’inizio dei lavori.













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