Lavis, Stefano Serafini “campione” di trading 

Laureato in economia e finanza a Trento, lavora in Svizzera per un’azienda di Londra. In un contest internazionale ha incrementato il capitale anche del 300%


di Daniele Erler


LAVIS. Stefano Serafini, 30 anni, è un campione a tutti gli effetti: dal suo ufficio in Svizzera, ha conquistato per l’Italia – e anche per il Trentino, dato che è partito quattro anni fa da Lavis, dove la famiglia gestisce la famosa gelateria – la coppa del mondo annuale di trading. Nella storia è il secondo italiano a riuscirci.

Si parla di finanza e di un ambito così specialistico che il rischio è di lasciarsi suggestionare da immagini stereotipate dai film, come il lupo di Wall Street interpretato da Leonardo Di Caprio. Nulla di più lontano da Stefano, che invece ha costruito il suo successo con anni di studio e impegno, in un ambito che ormai non lascia più spazio all’improvvisazione: «Oggi tutto è in mano ai computer, non ci sono più gli intermediari che urlano in borsa, tutto è elettronico».

A inizio 2017 Stefano ha deciso di partecipare a un contest internazionale, basato su soldi reali: è partito da un capitale di 15 mila dollari, incrementato con una crescita regolare durante l’intero anno, con picchi anche del 300%. Tutto si basa sull’acquisto e la vendita di contratti a termine, i future, in borsa: a fine anno Stefano ha ottenuto un incremento del 217%, chiudendo la gara con un conto di 47 mila dollari, classificandosi primo in tutto il Mondo: «Sono rendimenti importanti – ammette – ma non sarebbero possibili su grossi capitali perché il rischio è alto».

Stefano ha utilizzato un metodo innovativo, imparato grazie ad alcuni maestri e perfezionato in un master a New York: «Ho operato utilizzando solo algoritmi matematici», spiega. Ovvero, a vendere e comprare in borsa, in maniera automatica, sono i computer che lui ha programmato. «In questo modo riesco a controllare a priori il rischio che sto correndo – dice Stefano –. Effettuando delle analisi storiche sul passato, si riesce a determinare la regola con la quale comprare e vendere, misurandone la performance attesa. Ovviamente dal mercato non si possono avere certezze matematiche, tutto si basa sul calcolo delle probabilità: il vantaggio è che le macchine non risentono dei limiti psicologici dell’uomo».

Stefano, diplomato in informatica e laureato in economia e finanza a Trento, ha lasciato a Lavis un’azienda solida come quella di famiglia: la famosa gelateria Serafini. «Non mi hanno mai ostacolato – dice – in famiglia hanno capito la mia indole e mi hanno detto di provarci». È andata bene, oggi Stefano lavora con un’azienda di trading londinese ed è corteggiato da tutto il Mondo. È a tutti gli effetti un cervello in fuga, vive in Svizzera e non ha intenzione di rientrare: «In Italia il settore del trading è morto – spiega –. La regolamentazione normativa che c’è non permette alle società, anche piccole, di crescere. La gestione del risparmio è vincolata, ci sono troppi limiti legati al controllo del rischio».













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