Lavis pronta a mobilitarsi «Tenere vivo l’oratorio»
L’addio dei padri canossiani. L’annuncio inatteso scuote la borgata, appello alle associazioni per il futuro della struttura. La Lega: vicini al sindaco. Il vice Paolazzi: pronti a fare la nostra parte
Lavis. Immensa tristezza, ma anche grande affetto. Per tastare il polso di Lavis, basta fare un giro al “bar Sport” di via Rosmini. Fra una partita di morra e un caffè, ieri in tanti leggevano il giornale. «La notizia ha colto tutti di sorpresa: non si parla d’altro», dice Gino Rossi, barista da quasi quarant’anni. Il riferimento è all’addio annunciato dai padri canossiani: lasceranno Lavis a fine settembre, come riportato ieri dal Trentino e come sarà annunciato oggi durante le celebrazioni. «I padri ci mancheranno, hanno portato a lavis la voglia di vivere – dice Gino –. Non è solo un fatto religioso: la loro era un’educazione più ampia ai valori della comunità. Abbiamo tutti dei ricordi legati all’oratorio».
Per giocare a pallone
Emanuele Meneghini ha 25 anni ed è il presidente dell’oratorio di Lavis: «La notizia ci rattrista tutti, nessuno escluso. Insieme al direttivo ci impegneremo a non far mancare nulla ai nostri giovani e alla nostra comunità. Continueremo a puntare sui ragazzi per tramandare gli insegnamenti dei padri». Stefania Gios è una catechista: «Anche se sono consapevole dei cambiamenti in atto nella Chiesa, mi è difficile accettare una decisione che ci porterà a non avere più accanto i cari padri canossiani. La nostra comunità dovrà essere più vera e unita, nel nome della nostra fede. Chiederei però a chi può decidere di dilazionare l’allontanamento dei padri, per darci più tempo per organizzarci». Stefano Talassi è il presidente della scuola materna di Lavis: «Io mi auguro che le associazioni facciano la loro parte e aiutino a mantenere vivo l’oratorio». Giulia ha 16 anni: «I padri sono stati per me un esempio. Mi hanno insegnato a vivere mettendo al primo posto gli altri, i più piccoli e i più deboli». Pietro, di 10 anni, si chiede chi nei pomeriggi terrà aperto il piazzale dell’oratorio per poter giocare a pallone.
«Convincerli a restare»
Giovanni Rossi oggi ha 80 anni. Ha frequentato l’oratorio sin da bambino e poi fino al 1984, quando ha smesso di proiettare i film nel teatro parrocchiale: «La notizia era nell’aria: dopo 48 anni era logico che prima o poi dovesse succedere. Ma questa non è la fine del mondo. È successo allo stesso modo in centri più grossi del nostro. Ora speriamo che genitori e giovani prendano in mano tutto quanto, senza slogan e promesse. Io capisco che il sindaco sia preoccupato, ma forse dovrebbe pensare ad altro. Qui deve essere la comunità a muoversi, i volontari, non il Comune: io mi proporrei, se solo avessi qualche anno in meno». Mimma Vichi ha frequentato l’oratorio per quasi quarant’anni. Per 20 ha seguito il Grest come mamma: «Sono dispiaciuta, se ne va una parte molto importante della storia di Lavis. Ora c’è l’amarezza di non poter fare nulla: il paese dovrebbe mobilitarsi, non so come, per far cambiare idea». Ne è convinta anche Francesca Barbacovi: «Ma davvero noi parrocchiani non possiamo fare nulla per convincerli a restare?».
La politica locale
Monica Ceccato, capogruppo della Lega, spiega che «questo tema supera le divisioni politiche». Ieri la sezione locale del Carroccio ha scritto una lettera al sindaco Brugnara: «Abbiamo profonda stima per l’operato dei padri. Sindaco, Le siamo vicini in questo passaggio delicato, con la speranza che attraverso una voce accorata i padri ci ripensino». Secondo Roberto Piffer della Civica serve «una riflessione profonda. La partenza dei padri umanamente dispiace ma è sintomatica di una generale difficoltà a coprire le parrocchie così come eravamo abituati. La questione pesante, adesso, è capire che fine farà l’oratorio». Caterina Pasolli, assessore alle politiche giovanili: «Ho frequentato per anni l’oratorio: per noi i padri sono stati un riferimento. Ma i volontari rimangono e sarà con loro che ci confronteremo, anche per capire come il Comune potrà aiutarli». Infine il vicesindaco Luca Paolazzi: «Rimangono molte persone attive che riusciranno a portare avanti molte attività. L’oratorio è uno spazio sociale di valore enorme: sarà importante la collaborazione di tutti e l’amministrazione comunale è ovviamente pronta a fare la sua parte».
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