«In paganella percorsi downhill nel bosco “addomesticato”»

Fai della paganella. «Ho ricevuto delle segnalazioni che mi informano che sulla Paganella, sul versante di Fai, una parte del territorio è stato di fatto sottratto al pubblico». Il riferimento è a...



Fai della paganella. «Ho ricevuto delle segnalazioni che mi informano che sulla Paganella, sul versante di Fai, una parte del territorio è stato di fatto sottratto al pubblico». Il riferimento è a quella zona utilizzata per percorsi di downhill. E a denunciarlo è Lucia Coppola, consigliera provinciale di Futura, in una interrogazione che è stata depositata ieri.

Il downhill – come spiega lei stessa – è una «disciplina che si svolge completamente in discesa lungo piste dai due ai cinque chilometri. Sono preparate su pendii anche molto ripidi e con ostacoli naturali o artificiali, come salti, gradoni alti svariati metri e sezioni sconnesse di rocce e radici». È una pratica da brivido, che dal 2012 è riconosciuta e disciplinata anche in Provincia di Trento.

Il problema – secondo la consigliera del gruppo Futura – è che «richiede l’esclusivo utilizzo di percorsi dedicati da parte dei bikers». Il motivo è facile da intuire: «è difficile una convivenza tra pedoni e biciclette». Evidentemente qualcosa di molto diverso, secondo la consigliera, succede in Paganella: «Questo tipo di attività sportive non sono certamente da demonizzare ma mi preme sollevare l’attenzione sull’impatto che la pratica di questo sport ha sul territorio montano – scrive la consigliera –. In Paganella praticamente è stato utilizzato una parte di bosco naturale e non antropizzato per creare percorsi di downhill. Le piste sono realizzate su un terreno naturale “addomesticando” i percorsi con pedane in legno, auto leganti in cemento ma soprattutto sbancamenti e riporti necessariamente ripetuti, vista l’usura che i pneumatici della bike continuano ad operare».

L’interrogazione di Lucia Coppola pone dunque una serie di interrogativi sull’iter per effettuare i tracciati utilizzabili dai bikers, sul fatto che venga fatta una valutazione sull’impatto ambientale. E dunque se i tracciati a Fai siano stati autorizzati e da chi. Infine, «quando questi tracciati non verranno più utilizzati, chi si curerà della rinaturalizzazione del luogo?». D.E.













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