Imbrattata con escrementi la chiesa a Verla di Giovo 

Raid notturno. Entrambe le porte sono state sporcate, soprattutto le maniglie ed i buchi delle serrature. Il parroco: «Un atto di disprezzo che non capiamo. Nessuno ci ha minacciato»


DANIELE ERLER


Giovo. «Certo che ci siamo rimasti male – dice don Giuseppe Beber, il parroco di Giovo –. È un atto di disprezzo e davvero non ne capiamo il motivo». La chiesa Santa Maria Assunta a Verla è stata imbrattata di escrementi, nella notte fra lunedì e ieri: sono state sporcate entrambe le porte, quella principale e quella che fa da ingresso al campanile. Sono state riempite anche le maniglie e con minuzia anche i buchi della serratura: «Non saprei dire se è stato solo un dispetto o la bravata di qualche ragazzo. Si possono fare tutte le illazioni del mondo. Ma per ora abbiamo solo una certezza: non abbiamo mai ricevuto nessuna minaccia, né telefonate anonime. Non c’è nulla che ci faccia capire il motivo di questo gesto».

La scoperta

L’amara scoperta è stata fatta ieri mattina, intorno alle otto. Come tutti i giorni, la sagrestana era andata ad aprire le porte della chiesa: «Io non voglio dire niente, perché mi disgusta solo a ripensarci», dirà qualche ora più tardi, quando la contatteremo al telefono. Anche perché ha dovuto occuparsi personalmente della pulizia. «Abbiamo trovato la cosa fatta e non si poteva far altro che questo: pulire – dice il parroco –. È stato un raid notturno e nessuno ha visto nulla. La nostra speranza è che si sia trattato solo di un episodio isolato. Insomma, che finisca tutto così. Mica pensiamo di presentare una denuncia: cosa potrebbero fare i Carabinieri? Non abbiamo idea di chi sia stato». Anche il sindaco Vittorio Stonfer non sa darsi una spiegazione: «La mattina sono passato davanti alla chiesa e a dire il vero non mi ero accorto di nulla, forse perché ero immerso in altri pensieri. Poi mi hanno avvisato e allora sono tornato a controllare ed effettivamente si vedevano le tracce di quello che è successo. Io spero che sia stata solo la bravata di un ragazzino, perché se ci fosse altro… credo che non avrei neppure le parole per commentare».

“Contro i nostri valori”

Ieri intanto sull’episodio è intervenuto anche Michael Moser, coordinatore di Agire per il Trentino in Valle di Cembra e residente proprio a Giovo: «Siamo vicini ai fedeli e a don Giuseppe. Confidiamo che le forze dell’ordine sapranno dare un volto quanto prima ai responsabili di un gesto simile. È evidente come chiunque abbia compiuto un simile atto non conosca i nostri valori».















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