Il parchetto di via Rosmini potrebbe chiamarsi “delle RoSe”

Lavis. La piazza del mercato potrebbe essere intitolata ai caduti di tutte le guerre, il giardino della Trento-Malé a Franco Basaglia. È stata una seduta particolarmente delicata quella della...



Lavis. La piazza del mercato potrebbe essere intitolata ai caduti di tutte le guerre, il giardino della Trento-Malé a Franco Basaglia. È stata una seduta particolarmente delicata quella della commissione toponomastica, lunedì sera. I riflettori si sono accesi dopo le polemiche delle scorse settimane, quando la Lega aveva proposto di intitolare il parco di via Rosmini ad Andreas Hofer. Il punto è stato riproposto in commissione, dove quanto meno si è raggiunto un accordo di massima sulla necessità di individuare in paese un luogo da intitolare a Hofer. Quale? Per il momento non c’è una risposta, se ne riparlerà il mese prossimo, quando è prevista un’altra riunione della commissione. Anche perché per il momento non è stato trovato un accordo neppure su un nome diverso per il parchetto di via Rosmini. Molto probabilmente non sarà identificato con un toponimo, perché quello storico per la zona – “Balocher” – è già stato assegnato a una via. La scelta potrebbe ricadere sul nome di “parco delle RoSe”, come viene identificato ultimamente, dalle iniziali delle vie Rosmini e Segantini dove il parco si trova. Oppure potrebbe essere scelto un altro nome di persona: che possa magari accontentare tutti, al di là della polemica politica. Per il momento il punto è stato rimandato. Stessa sorte per la richiesta di un nome per il ponte di ferro sull’Avisio: in questo caso se ne discuterà in consiglio comunale, dove pende una mozione della Lega. La commissione ha invece trovato l’accordo su altre due proposte: quella di intitolare ai “Caduti di tutte le guerre” la piazza dove si tiene il mercato. E a Franco Basaglia il giardino della stazione della Trento-Malé. Entrambe sono per ora solo delle ipotesi che dovranno avere il benestare dal consiglio e poi dalla Provincia. D.E.















Scuola & Ricerca

In primo piano

l'allarme

Trento, il carcere scoppia. Aumentano anche le detenute

La garante provinciale Antonia Menghini: “Raggiunte più volte le 380 presenze”. Preoccupa pure la carenza dell'organico, in particolare di agenti di polizia penitenziaria. Nell'ultimo anno nella casa circondariale di Trento sono diminuiti gli atti di autolesionismo