Grazie ai Lavis Connection le donazioni si moltiplicano
Solidarietà. La canzone scritta da Andrea Faccenda e interpretata da altri sei artisti lavisani spopola e aiuta la casa di riposo a far fronte alle spese straordinarie. Raccolti finora 39 mila euro
Lavis. Sono passati sei giorni da Pasqua e dalla pubblicazione del video dei Lavis Connection. È il collettivo di sette giovani lavisani che hanno scritto una canzone per raccogliere i fondi per la casa di riposo. Nel frattempo, su YouTube il video è stato visualizzato da quasi 18 mila persone, su Facebook da 35.300 e su Instagram da 600. Per un totale di 53.900 visualizzazioni, in costante crescita. Anche alcune radio locali hanno iniziato a trasmettere la canzone nel loro palinsesto, insieme ai brani di alta classifica. E così, tutta questa attenzione si è tradotta anche nella solidarietà, ed è l’aspetto più importante: «Da lunedì le donazioni hanno ripreso vigore ed è incredibile quello che è successo giovedì: in una sola giornata abbiamo raccolto 6.000 euro», dice Alberto Giovannini, presidente della casa di riposo. Ieri sono arrivati altri 2.400 euro. Da quando è stata pubblicata la canzone, sono stati raccolti quasi 12.500 euro: tutti versati direttamente nel conto corrente della casa di riposo. In realtà, la raccolta fondi era già attiva da circa un mese. In totale, dall’inizio sono stati raccolti per l’esattezza 38.955 euro, da 268 donatori. «Abbiamo avuto un boom iniziale, poi nelle ultime settimane il flusso delle donazioni era calato – spiega Giovannini –. Ora ha ripreso vigore, ed è una cosa bellissima che il merito sia di sette artisti di Lavis e della loro canzone. Spero che possa servire anche a loro, a dargli visibilità per la loro carriera. Se lo meriterebbero proprio».
Una versione per i non udenti
Intanto, nei giorni scorsi la canzone è stata pubblicata anche in una versione per i non udenti, grazie all’accordo con la cooperativa Abc Irifor di Trento. Francesca Nardin, un’interprete Lis (il linguaggio dei segni), ha reso la canzone accessibile anche a chi non la può ascoltare. La scuola di danza Ritmomisto sta invece preparando una coreografia: ovviamente tutto fatto a distanza. «Il bello è proprio questo: tutto è partito da Lavis e ogni giorno si aggiunge un tassello in più – spiega Simone Zanghellini, uno degli artisti coinvolti –. Fra l’altro noi non ci conoscevamo, anche se siamo tutti lavisani. Andrea Faccenda, l’autore della canzone, abita a 100 metri da casa mia e non l’avevo mai visto prima». «Ora la cosa è esplosa anche fuori Lavis – dice Faccenda –. È una cosa bellissima, perché ha unito più persone e in più paesi, in maniera spontanea. Non tutti doneranno a Lavis, alcuni lo faranno nel proprio paese, ma non importa. L’importante è che sia passato il nostro messaggio».
Pensare al futuro
Sicuramente la differenza si è vista in casa di riposo. «L’emergenza sanitaria per noi è stata anche un problema finanziario – spiega Giovannini –. Nelle scorse settimane abbiamo speso molto per i dispositivi di protezione. Ora va meglio. Ma dobbiamo pensare anche al futuro. Alle spese che dovremo sostenere nei prossimi mesi».
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