cavedago 

Cia: «Sulla variante al Prg avevo ragione io» 

Il consigliere provinciale soddisfatto dell’approvazione con modifiche. E annuncia querele



CAVEDAGO. Dopo la recente approvazione con modifiche da parte della Provincia della variante al Prg di Cavedago, il consigliere provinciale Claudio Cia, che aveva presentato sull’argomento due dettagliate interrogazioni alla Giunta provinciale, è sceso nuovamente in campo con una nota diffusa alla stampa nella quale ripercorre i fatti ed esprime la sua soddisfazione, soprattutto per la comunità di Cavedago, per l’esito della vicenda.

Vicenda conclusasi, appunto, con un’approvazione – evidenzia il consigliere di Agire per il Trentino - che ha recepito i dubbi a suo tempo da lui stesso sollevati e che hanno portato gli organi provinciali competenti a escludere dalla variante le cosiddette previsioni residenziali individuate con le varianti 23, 26, 15, 2, 3 e lo stralcio delle previsioni del cambio di destinazione d’uso di alcuni “baiti” presenti in aree agricole.

A causa di questa vicenda Claudio Cia ha ricevuto due querele per diffamazione dal parte del sindaco di Cavedago, Silvano Daldoss, che lo ha accusato - ricorda lo stesso consigliere provinciale - “di avere sollevato argomentazioni strumentali, non veritiere e pretestuose”. Adesso, viste come sono andate le cose, Cia annuncia possibili rivalse legali per il danno d’immagine subito.

Nella nota il consigliere di Agire ripercorre le tappe dei vari atti descritti nelle sue due interrogazioni, nelle quali aveva soprattutto evidenziato la non coerenza della variante al Prg con l’obiettivo della legge provinciale 15/2015 di limitare il consumo di suolo, riservandolo solo alle previsioni rispondenti a effettive esigenze abitative primarie. Obiettivo che la variante disattendeva perché nessuno degli inserimenti residenziali rispondevano a questa effettiva esigenza.

La stessa Conferenza di Pianificazione si era espressa sulla necessità di un approfondimento dei contenuti della variante, richiesta, questa, recepita ed espressa anche dal Servizio urbanistica e tutela del paesaggio che, dopo una fitta corrispondenza con il Comune, il 14 settembre scorso, ha concluso affermando, da un lato, che non sussistono gli elementi per giustificare le nuove previsioni individuate con le varianti 23, 26, 15, 2 e 3; dall’altro, in relazione al cambio d’uso degli edifici realizzati in area agricola prima della entrata in vigore della legge provinciale 15/2015, che le disposizioni contenute in questa legge e nel regolamento urbanistico-edilizio provinciale, e la disciplina attuativa di questa legge, prevalgono sulle disposizioni difformi contenute nei regolamenti edilizi comunali, nei Ptc, nei Prg e nei piani dei parchi naturali provinciali e che va quindi stralciata la previsione di cambio d’uso ammessa su singoli edifici asteriscati, presenti in area agricola.















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