Barriere anti-rumore anche per i paesi periferici 

La mozione. Approvata in consiglio provinciale, dà speranze agli abitanti di Nave San Felice, Maso Callianer a Lavis e Zambana che da anni subiscono disagi perché abitano lungo la ferrovia


DANIELE ERLER


Lavis. Si torna a parlare delle barriere anti-rumore lungo la ferrovia. Un problema che si trascina da anni e che riguarda praticamente tutto l’asse dell’Adige. Solo che a Trento i riflettori sono sempre accesi, anche per le pressioni fatte da un comitato di cittadini. Il rischio è di dimenticarsi di altre realtà più piccole, dove però il problema è comunque altrettanto sentito. È il caso di Nave San Felice e Maso Callianer a Lavis. O di Zambana a Terre d’Adige. Nei giorni scorsi però un segnale è arrivato in consiglio provinciale, con una mozione proposta dal Pd e approvata all’unanimità, dopo un emendamento concordato con la giunta. L’impegno è di verificare con le Ferrovie la possibilità di rivalutare gli interventi in programma. Ma anche di reperire, nelle prossime manovre finanziarie, «le risorse necessarie alla copertura della spesa prevista per gli interventi ritenuti più urgenti».

Il consigliere Alessio Manica è il primo firmatario della mozione, depositata ancora a fine marzo 2019. «Qualche settimana fa c’è stata la firma di un accordo con Rfi che riguarda una serie di interventi sul sistema ferroviario – spiega Manica –. All’interno di quell’accordo si parlava di un intervento per limitare il rumore a Trento. Ma non veniva fatto nessun accenno al tema per gli altri abitati. Invece è importante intervenire su tutto il sistema ferroviario». Anche perché i problemi dell’inquinamento acustico non hanno distinzione geografica e sono ovunque importanti. A Lavis per esempio un anno fa si era mosso anche il sindaco, Andrea Brugnara. Si era schierato a fianco dei suoi cittadini, chiedendo che la Provincia intervenisse quanto prima. Il vero problema è che non è facile districarsi in un intreccio di competenze.

«Per i cittadini che abitano lungo la ferrovia il problema del rumore ferroviario produce un notevole impatto sulla salute e sulla qualità della vita – dice ancora Manica –. La competenza sarebbe in capo alla Rete ferroviaria italiana, ma la Provincia può contribuire alle spese per la realizzazione di opere ed infrastrutture ferroviarie sul territorio provinciale nella misura massima del 35 per cento del costo. Per alcuni interventi, si può arrivare fino al 100 per cento. Fra i lavori finanziabili possono essere inclusi anche quelli destinati a mitigare l’impatto acustico lungo le linee ferroviarie. La Provincia negli anni scorsi ha anche stilato un elenco degli interventi e delle priorità per il Trentino. Ma molti non sono mai stati eseguiti».

Così il tempo passa e aumenta anche l’esasperazione di chi vive in queste zone. Qualche mese fa, un gruppo di cittadini di Maso Callianer e di Nave San Felice era sceso a Trento per ribadire le proprie ragioni. La mozione ora è stata approvata all’unanimità e ha avuto il benestare anche dell’assessore agli enti locali, Mattia Gottardi. È davvero il segnale della svolta?













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