«Al San Giovanni un ambulatorio piccole urgenze»

Mezzolombardo. La mancanza di un punto di riferimento sanitario per le urgenze è una tematica che sta particolarmente a cuore ai cittadini della Piana Rotaliana, che in caso di necessità devono...



Mezzolombardo. La mancanza di un punto di riferimento sanitario per le urgenze è una tematica che sta particolarmente a cuore ai cittadini della Piana Rotaliana, che in caso di necessità devono recarsi ai Pronto soccorsi degli ospedali di Trento e di Cles, spesso affollati anche per urgenze facilmente risolvibili da un intervento medico senza accertamenti strumentali di secondo livello.

È in quest’ottica che Giorgio Devigili, candidato sindaco di Mezzolombardo e responsabile sanitario del San Giovanni, propone la costituzione di un servizio di “Ambulatorio per le piccole urgenze attivo 24 ore su 24” al Centro sanitario di Mezzolombardo.

«Parliamo di un presidio indispensabile, in grado di far tornare alle comunità della Piana Rotaliana e dell’Altipiano della Paganella un’assistenza medica propria senza dipendere da altri ospedali – spiega Devigili –. È chiaro che non si tratterebbe di un Pronto Soccorso, che è una struttura complessa e adatta a trattare pazienti con problematiche gravi grazie alla disponibilità di professionalità e tecnologie avanzate, ma un punto dove sono risolvibili in loco prestazioni sanitarie semplici, le più frequenti e comunque importanti come quelle che si svolgono negli ospedali».

Il candidato sindaco si riferisce ad esempio alla sutura di piccole ferite, all’estrazione di un corpo estraneo, alla valutazione di un dolore toracico, al posizionamento di un catetere vescicale. L’apertura di questo ambulatorio eviterebbe poi degli intasamenti nei Pronto soccorsi di Trento e di Cles, risparmiando viaggi ai cittadini ed evitando di rallentare il lavoro degli operatori sanitari impegnati nelle urgenze maggiori. Nelle intenzioni di Devigili, l’ambulatorio delle piccole urgenze sarebbe una struttura ad accesso libero per il cittadino gestita da medici non specialisti con personale infermieristico adeguatamente formato.

«Ricordo la vicenda dello scorso anno relativa a un paziente che, giungendo al nostro presidio sanitario, si è visto negata una prestazione medica peraltro molto semplice come la rimozione di una zecca – aggiunge Devigili –. L’ambulatorio delle piccole urgenze costituirebbe un presidio in grado di dare una risposta in tempi brevi, con una prima valutazione da parte del professionista che può concludersi con un rientro del paziente al domicilio, con l’invio in pronto soccorso se la gravità della situazione lo richiede o con un ricovero in Cure Intermedie».

Devigili ricorda infine che il Centro sanitario ha grandi margini di potenziamento, sia grazie agli spazi ambulatoriali, sia grazie alle nuovissime attrezzature sanitarie: «Parliamo quindi di costi minimi per locali e strumenti, essendo la spesa per l’attivazione del servizio in realtà già stata sostenuta con gli investimenti precedenti». F.B.















Scuola & Ricerca

In primo piano

l'allarme

Trento, il carcere scoppia. Aumentano anche le detenute

La garante provinciale Antonia Menghini: “Raggiunte più volte le 380 presenze”. Preoccupa pure la carenza dell'organico, in particolare di agenti di polizia penitenziaria. Nell'ultimo anno nella casa circondariale di Trento sono diminuiti gli atti di autolesionismo