Circonvallazione

La protesta dei commercianti di Via Brennero: «Per il bypass perché non ci è stato riconosciuto un risarcimento?»

“Ai residenti sono stati dati 5mila euro a compensazione del disagio. Ma quelli non sono gli stessi disagi che subiamo anche noi commercianti? In più subiamo un danno economico con il crollo dei nostri fatturati”

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Di Daniele Peretti


Trento. “Perché è stato riconosciuto il solo danno biologico e non anche quello economico ? “ A chiederselo sono i commercianti di via Brennero nella parte interessata dal cantiere del bypass.

Mauro Masciadri dell’edicola tabacchi al civico 34: “Ai residenti è stato riconosciuto un risarcimento di 5mila euro a compensazione del disagio causato dal cantiere, cioè polvere, rumori e vibrazioni. Una cifra a fondo perduto senza nessun vincolo, cioè un inquilino è libero di andarsene il giorno dopo averli incassati. Ma quelli non sono gli stessi disagi che subiamo anche noi commercianti? In più subiamo un danno economico con il crollo dei nostri fatturati.”

Per Luana Piffer titolare del Bar Lucky pur essendo stato praticamente demolito un
rione ci si è ricordati solo dei residenti, dimenticandosi dei commercianti. “Con più di dieci fabbricati abbattuti e circa trecento residenti trasferiti è evidente come la situazione sia cambiata radicalmente. Non solo, ma pensiamo anche all’indotto che è andato perso col trasferimento della sede Aci e la chiusura di altre attività ed è così che dal marzo dello scorso anno, è iniziata un’agonia che ha già portato alla morte di tre attività, ma chi non si è ancora arreso non ci riuscirà per molto tempo”.

Albino Campailla del negozio di prodotti siciliani: “Le nostre sono attività che vivono sulla quotidianità, sul passaggio delle persone: oggi passano anche 20 minuti senza vedere una persona che passa a piedi. Ci hanno tolto la terra sotto i piedi, ma nessuno ha pensato al nostro futuro”. Però si era parlato di un supporto economico in arrivo. “Già se ne è parlato, ma al lato pratico non è ancora arrivato nulla – spiega Luana Piffer – anche se in un primo momento dalla segreteria del presidente Fugatti ci era stato detto che la cifra era stata stanziata.”

Invece?

“Diciamo che c’è stata un errore di comunicazione tra i suoi collaboratori: ad oggi si sta ancora studiando la modalità per arrivare allo stanziamento ed a questo punto ci sentiamo presi in giro.” Interviene Mauro Masciadri: “Le spese fisse sono aumentate tutte. Personalmente sono andato in banca per rinegoziare il mutuo, ma mi hanno risposto picche; certo si può rateizzare qualcosa, ma alla fine si deve pagare tutto e temo che i tre colleghi che hanno chiuso, non saranno gli unici.”

“Sa perché ci sentiamo presi in giro? - riprende Luana Piffer - perché ci hanno illuso dell’arrivo di centinaia di operai. A marzo ci abbiamo creduto e non ci siamo mossi. Sono passati sei mesi e non si è visto nessuno se non la squadra della demolizione. Ci risulta che il tanto decantato villaggio che dovrebbe ospitare gli operai in arrivo sia ad un punto zero, ma ancora cercano di tranquillizzarmi dicendo che a breve arriveranno in tanti e così torneremo a lavorare: alle promesse della Provincia non crediamo più.”

Ma da parte comunale?
“Non sapendo a chi rivolgerci la prima autorità alla quale abbiamo scritto è stato il sindaco – risponde Masciadri – che è stato prontissimo a comunicarci che per la nostra richiesta non era competente e che ci saremmo dovuti rivolgere in Provincia e così abbiamo fatto.” Ma ci sono delle tasse sulle quali l’amministrazione comunale potrebbe intervenire. “Potrebbe essere un segnale che però non deve diventare un paravento dietro al quale nascondersi – afferma Luna Piffer – il nostro danno economico è ben maggiore di qualche centinaio di euro. La realtà dei fatti è che si sono dimenticati di noi, ma adesso è arrivato il momento di prenderci in considerazione se non vogliono avere sulla coscienza altre chiusure”.

Cosa chiedete?

“Di essere equiparati ai residenti ed avere lo stesso contributo per il quale hanno anche prorogato i termini di richiesta. Il danno biologico di chi abita è lo stesso che subiamo noi. A loro hanno dato 5mila euro con una semplice marca da bollo, dobbiamo essere trattati nello stesso modo.”

I commercianti intervistati hanno parlato anche a nome dei titolari del bar Le Fornaci, del supermercato Naturasì e di Vero Caffè.













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