La presa di posizione nel Primiero, comunità e sindaci diffidano il Consorzio del Brenta
Contrarietà totale da parte dei comuni interessati al “Progetto – serbatoio del Vanoi”: “Criticità ambientali, mancano i presupposti”
TRENTO. Il presidente della Comunità del Primiero ed i sindaci della valle si sono schierati contro la realizzazione della diga del Vanoi. Il documento inviato al Consorzio di bonifica del Brenta e ai soggetti coinvolti - richiama la diffida del presidente della Provincia autonoma di Trento relativa al "Progetto - serbatoio del Vanoi" ed esprime contrarietà alla realizzazione dell'opera.
"Considerato che l'intervento in oggetto, caratterizzato tra l'altro da significative criticità di carattere ambientale e di sicurezza dei territori interessati, è ad oggi privo di qualsiasi presupposto tecnico - giuridico per tramutarsi concretamente in un'opera e permanendo le motivazioni della posizione contraria della Provincia autonoma di Trento già ribadita in più occasioni, si diffida codesto Spettabile Consorzio di bonifica Brenta dal compiere ulteriori attività volte alla progettazione e realizzazione di opere che interessino il territorio della Provincia autonoma di Trento in palese violazione delle disposizioni normative e degli strumenti di programmazione e pianificazione vigenti. Si rileva che, in difetto, la Provincia autonoma di Trento procederà - suo malgrado - alla tutela delle proprie ragioni innanzi a tutte le magistrature competenti, affinché vengano accertate le responsabilità derivanti da comportamenti che si ritengono illegittimi e lesivi delle proprie prerogative e competenze costituzionalmente garantite", così la Comunità in una nota.
"La mancanza di legittimazione è evidente rispetto alla necessità di un'intesa preventiva con la Provincia Autonoma di Trento per l'utilizzo del bene pubblico "acqua". Insistere sulla strada intrapresa compromette i rapporti tra istituzioni, non rispetta le leggi democratiche e, in ultima analisi, manca di rispetto verso i cittadini del territorio. Proporre e poi voler imporre opere pubbliche su territorio altrui, senza averne la titolarità, è inaccettabile e censurabile", conclude poi il gruppo.