il caso

La pesca sportiva rischia di essere cancellata per decreto, gli appassionati del Trentino lanciano l’allarme

C’è molta preoccupazione fra i praticanti di tutta Italia. Attesa per l’incontro nazionale del 13 novembre a Milano


di Claudio Libera


TRENTO. Se non si trattasse di una normativa burocratica si potrebbe pensare ad una puntata della trasmissione Scherzi a Parte ma con uno “scherzo” decisamente pesante: infatti la prossima stagione di pesca 2022 in Italia (ed in Trentino) rischia di saltare a causa della nuova regolamentazione introdotta in campo nazionale dalla “direttiva habitat”, con la quale si considerano alloctone (ovvero non originarie di un determinato territorio) le specie di pesci la cui presenza non sia documentata da prima del 1.500. Cioè da 600 anni. Di conseguenza gran parte del materiale biologico oggi esistente verrebbe considerato illegale. Tanto per dare un’idea se il concetto venisse applicato ai palazzi storici del patrimonio culturale italiano probabilmente gran parte di essi dovrebbero venir abbattuti o in parte abbattuti per le modifiche subite negli ultimi secoli.

Tra le conseguenze negative legate alla novità burocratica potrebbe esserci persino la cancellazione dei Campionati del Mondo Pesca a mosca 2022 assegnati di recente al Trentino. Ma a cascata, tra le altre cose, anche la sospensione del lavoro nelle pescicolture con la

perdita di posti di lavoro. Il grido d’allarme è lanciato in questi giorni dai pescatori del Trentino e riguarda tutte le Regioni Italiane. Per questo è in atto una mobilitazione di tutte le associazioni di pesca territoriali finalizzata organizzare un Convegno nazionale a Milano, il prossimo 13 novembre alla Regione Lombardia, con la presenza delle rappresentanze dei pescatori, di tutta la filiera produttive e dei rappresentanti politici regionali e nazionali.

Per l’imminente stagione di pesca 2022 è quindi forte la preoccupazione delle circa 40 associazioni di pesca locali che contano in provincia circa 10.000 tesserati – rappresentate in Trentino, dalla Federazione Pescatori Trentini, dall’Unione Pescatori Trentini, dalla Magnifica Comunità di Fiemme e dal Comitato provinciale della Fopsas Federazione Pesca Sportiva ed Attività Subacquee.

La Provincia di Trento era stata fino ad oggi una delle pochissime zone dove la pesca sportiva si svolgeva regolarmente ma ora il sistema rischia di saltare per l’obbligo di documentare la presenza di varie specie ittiche da almeno 500 anni. Con la novità ministeriale molte delle specie ittiche locali - trote fario, le trote lacustri, i salmerini, i coregoni e i barbi solo per citare le più conosciute - non potranno più essere allevate ed immesse nelle nostre acque dove sono presenti da diverse centinaia di anni.

Si tratta di pesci ormai parte integrante del nostro patrimonio culturale e ambientale – spiegano Fabio Arnoldi e Stefano Martin, rappresentanti delle associazioni di pesca Trentine - dove le associazioni attraverso il volontariato hanno speso enormi energie per gli incubatori di valle e le pescicolture per crearsi dei parchi riproduttori importanti di qualità attraverso i quali autoprodursi novellame da immettere nelle proprie acque. Da molto tempo, e prima di molte istituzioni e organi tecnico scientifici, i pescatori trentini hanno saputo darsi regole e limiti sia nello sfruttamento, sia nella gestione attiva del variegato patrimonio itti-faunistico del Trentino una delle regioni d’Europa tuttora più “preziose per la tutela della biodiversità” ittica. Tra i salmonidi si salverebbero unicamente la trota marmorata (che però non riesce ad adattarsi a molte delle acque trentine e che è comunque ad oggi allevata in quantitativi assolutamente insufficienti alle necessità locali) ed il salmerino alpino (unicamente ammesso per i laghi di Tovel e di Molveno).

Come detto su iniziativa della Associazioni di pesca del Trentino è in fase organizzativa un convegno nazionale a cui hanno già aderito ufficialmente oltre a numerosissime associazioni di pesca, anche Api (Associazione nazionale Pescicoltori), Fipo, per i produttori di materiali da pesca, le aziende di promozione turistica, Assalzoo che rappresenta i produttori di mangimi; verranno inviatati a partecipare anche i presidenti delle Regioni e Provincie Autonome e loro assessori competenti sulla pesca e ambiente, i Ministri

dell’Agricoltura, Transazione Ecologica, del Turismo e dello Sviluppo Economico. L’evento è programmato il 13 novembre prossimo a Milano nel palazzo della Regione Lombardia.













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