“La mia vita da pastora: dura ma piena di soddisfazioni”
Agitu Gudeta si raccontava così in un’intervista al Trentino. “Costretta a scappare dall’Etiopia, arrivai a Trento per studiare sociologia”
TRENTO. Una storia di resilienza, di integrazione e di successo imprenditoriale. Ma anche di passione e amore per la terra e gli animali. Agitu Gudeta, la "pastora" della val dei Mocheni uccisa a Frassilongo, così la raccontava al “Trentino” in un’intervista di alcuni anni fa: «Sono arrivata in Italia per studiare sociologia, prima a Roma e poi a Trento. Di ritorno in Etiopia, volevo aiutare dal punto di vista agricolo la mia terra d'origine, con un progetto per organizzare i contadini e alleggerire il loro carico di lavoro attraverso formazione, istruzione e macchinari, garantendo loro delle entrate adeguate. Dopo aver contestato l'industrializzazione sregolata, l'arrivo di un cementificio a cielo aperto e il fenomeno del "land grabbing" (accaparramento della terra da parte dello Stato), però, ho cominciato a dare fastidio ai funzionari locali, ho avuto problemi con il governo e sono dovuta scappare, arrivando qui l'ultima volta sei anni fa, con la necessità di reinventarmi una vita. Prima con le capre, poi anche con le pecore e le galline».
Era il 2014 e la donna a quell’epoca lavorava in Val di Gresta.
“Sono nata in Etiopia, ad Addis Abeba, e ho 36 anni”, diceva. “Allevo animali in val di Gresta e con il loro latte produco formaggi biologici. La mattina presto sto con gli animali a Valle San Felice, poi vado a lavorare al bar Centrale di Mori, nel pomeriggio torno a curare l'allevamento e poi preparo il formaggio nella mia azienda "Boran la capra felice" (un piccolo caseificio con punto vendita sul quale ho fatto un investimento), con il latte munto a mano a 600 metri di quota”
Una routine impegnativa… “Effettivamente è così. La mia giornata parte alle 6 di mattina e finisce alle 2 di notte. Una vita dura ma piena di soddisfazioni, compresa quella di aver contribuito al recupero ambientale di una parte della val di Gresta, con il pascolo a rotazione e la concimazione naturale garantita dagli animali. Animali che io amo e rispetto molto”.