La Consulta: «Incostituzionale l’ingresso della Provincia di Trento in Itas»
Fugatti: «Rispettiamo la sentenza, decisione presa per sostenere un pilastro del sistema economico. I soldi saranno dirottato altrove»
TRENTO. "Rispettiamo la decisione della Corte costituzionale e la sentenza sul piano del diritto. Per quanto riguarda la scelta della Provincia autonoma di entrare all'interno di Itas, ribadiamo le ragioni per cui è stata presa la decisione: ovvero quelle di sostenere un pilastro del sistema economico e sociale del Trentino e, in questo modo, di perseguire uno degli obiettivi istituzionali di un ente pubblico, ovvero di garantire futuro e crescita diffusa ai suoi cittadini e al territorio".
Lo sottolinea in una nota il presidente della Provincia autonoma di Trento, Maurizio Fugatti rispetto alla sentenza della Corte costituzionale che ritiene non costituzionale l'ingresso della Provincia autonoma nel capitale di Itas.
Alla norma, in ogni caso - precisa la nota - non era seguito alcun esborso, quindi le risorse saranno dirottate altrove.
"Riteniamo che un ingresso in una società come Itas che, per la sua natura societaria e per la sua mission, rappresenta da oltre 200 anni un elemento di riferimento e di crescita della nostra comunità, avrebbe conseguito l'obiettivo di rendere il sistema economico trentino più forte e di mantenere e distribuire sul territorio benessere e sviluppo.
L'intento dell'ingresso in Itas non era finalizzato né a distorcere la concorrenza, né a trarre profitti ma puntava a rafforzare il tessuto socio-economico, stante appunto il radicamento storico di Itas sul territorio, rafforzando il patrimonio e così indirettamente potenziare la società a beneficio di migliaia di cittadini", conclude il presidente Fugatti.
"Puntuale come il sole al mattino, arriva l'ennesima bocciatura, da parte della Corte costituzionale, dell'ennesima norma mal pensata e peggio scritta, da parte della Giunta provinciale e della maggioranza che la sostiene in Consiglio.
A nulla erano valse le nostre perplessità, espresse sia in Consiglio che sugli organi di stampa, per una decisione in contrasto con i più elementari principi di distinzione dei ruoli tra istituzioni pubbliche e imprese private che operano su mercati aperti e concorrenziali. Come al solito la Giunta provinciale ha fatto spallucce e ha tirato dritto. Dritto contro il muro della Costituzione e della Corte che è chiamata a farla rispettare".
Così in una nota il gruppo consigliare del Pd del Trentino. "Non ci voleva un genio per arrivare a questa conclusione. C'eravamo arrivati perfino noi che geni non siamo. Ma chi non ha la capacità di pensare e neppure di ascoltare è destinato ad andare a sbattere. Peccato che ci vada di mezzo, ancora una volta, il buon nome della nostra autonomia speciale", conclude la nota.